LIVE Juric: "Rodriguez ha male alla caviglia, ma a parte lui con l'Atalanta ci saranno gli stessi che hanno battuto il Milan. Dobbiamo essere forti mentalmente"

25.05.2024 09:55 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Dall'inviata alla conferenza stampa Elena Rossin
Ivan Juric
Ivan Juric

Il Torino deve fare l’ultimo passo e conquistare gli ultimi tre punti in palio che gli garantiscono il 9° posto e poi sperare che mercoledì la Fiorentina vinca la Conference League e che la Lazio domani non perda con il Sassuolo così potrà accedere agli spareggi che portano alla terza coppa europea.
L’allenatore del Torino, Ivan Juric fra poco in conferenza stampa presenterà la partita con l’Atalanta che si disputerà domani alle 18 al Gewiss Stadium.

Come ha visto l’Atalanta con il Bayer Leverkusen?
"Partita giocata benissimo. E' stata una gara molto dura, sono stati molto bravi in fase difensiva e in attacco sono stati cinici e determinati nelle occasioni che hanno avuto e le hanno sfruttate. Hanno fatto una partita da finale, perfetta".

Si aspetta un’Atalanta schierata come nella finale vinta d’Europa League con il tridente offensivo?
"E' sempre più o meno lo stesso, 3-4-3 anche contro il Bayer Leverkusen che ha giocato con il 3-4-3.L’approccio è sempre uguale: non vedo cambiamenti. Tanto gioco uno contro uno con diagonali, ma l'approccio è il solito di quando affronti una squadra con il 3-4-3".

Cosa vuole dire per lei la pre-convocazione di Buongiorno, Bellanova e Ricci da parte del ct Spalletti per l’Europeo?
"Grandissima soddisfazione e orgoglio per loro, hanno tante possibilità di andarci. Anche per tutti noi deve esserci orgoglio perché era tanto tempo che non succedeva che tre giocatori che abbiamo cresciuto al Toro andassero all'Europeo per giocare per l’Italia, dovremo essere tutti orgogliosi di loro".

Come ha vissuto la squadra il sapere che l’Atalanta ha vinto l’Europa League e che la Fiorentina battendo il Cagliari è certa dell’8° posto?
"Il nostro obiettivo è vincere: ce lo siamo prefissati. Manca una partita e penso che contro il Milan abbiamo fatto una grandissima prestazione per il gioco, l’attaccamento e per tutto quello che bisogna avere. Vogliamo ripeterci domani e cercare di fare un’altra partita così e poi vedere cosa succederà alla Fiorentina. L’importante è domani che contro una squadra che ha mentalità e che, secondo me, non le interessa molto la classifica perché ha la mentalità di esprimersi sempre al massimo con tanti giocatori che possono ruotare per fare una grande partita".

Avrà a disposizioni tutti i giocatori, a parte quelli che da tempo sono infortunati, oppure c’è qualche novità?
"Mancherà Rodriguez, lo porterò però in panchina in caso d’emergenza, perché ha male alla caviglia non può giocare dall'inizio questo è sicuro. Poi vediamo se ci sarà bisogno di buttare anche lui dentro e quindi cercheremo un’altra soluzione".

Quindi non si può dire del tutto squadra che vince non si cambia oppure a parte Rodriguez giocheranno gli stessi che hanno battuto il Milan?
"La formazione sarà la stessa del Milan, sono rimasto veramente soddisfatto di tutti, anche di chi è subentrato. Vorrei far giocare la stessa squadra togliendo Rodriguez".

Magari l'Atalanta sarà un po' stanca, pensa di "aggredirla" subito come fatto all'andata?
"Negli anni, ho sempre avuto la stessa interpretazione e poi sono gli interpreti a determinare il risultato. Giocheremo come al solito facendo il nostro calcio, cercando di fare al meglio come contro il Milan e come nella partita dell’andata. Cercheremo di prevalere nei contrasti e nella qualità del gioco. Loro hanno tanti giocatori da cambiare e ruotare, se non gioca Zappacosta c'è Holm e in attacco potrebbero mettere un altro tridente fresco. Ci sarà tanto entusiasmo dalla pare del pubblico e sarà una partita molto difficile e dovremo avere una mentalità forte  non da ultima spiaggia, ma nell’avere voglia di fare risultato".

Qual è il suo stato d'animo?
"Lo stato d'animo è la preparazione della partita curando i minimi dettagli per prepararla al meglio per cercare di vincere. Sono stra contento della squadra e di ciò che abbiamo fatto, sarebbe un bel regalo, la ciliegina sulla torta vincere e poi vedere e aspettare, ma già vincere e fare più punti dell'anno scorso sarebbe bello. Non ho un particolare stato d’animo: penso solo a fare il meglio in questa partita".

Ha sentito Gasperini dopo la finale?
"L'ho sentito prima della partita, poi gli farò tantissimi auguri: sa quanto sono felice per lui e quanto significhi lui per me".

Cosa manca al Toro per provare a puntare al modello dell'Atalanta?
"I successi dell’Atalanta partono tutti dal settore giovanile. Hanno avuto tanti giocatori giovani e Gasperini ha riconosciuto la forza dei vari Caldara, Conti, Cristante e sono riusciti a fare tante plusvalenze. Hanno avuto una grandissima capacità di reinvestire bene, costruire lo stadio e il centro sportivo ed è stata una conseguenza di avere persone capaci di lavorare nel calcio. Il primo impulso sono stati gli investimenti del settore giovanile che hanno prodotto 7-8 giocatori che hanno portato tantissimi soldi che hanno permesso loro di rinnovarsi sempre bene e creare il gioco. Sicuramente la stabilità e poi vanno d'accordo la famiglia con Gasperini, è questo secondo me. In questi tre anni noi abbiamo fatto passi molto, molto importanti, a prescindere dal risultati, anche noi in un certo senso abbiamo un gruppo di giocatori giovani e interessanti. Tre vanno in Nazionale cosa che non succedeva da tempo: è un buon punto per crescere ulteriormente".

Qual è il consiglio che darebbe a per Cairo per avere un Torino più forte?
"No, deciderà lui: non mi permetto”.

Ma se dovesse proprio dare un consiglio cosa direbbe al presidente?
“Sempre le stesse cose: se vendi, devi essere bravo a comprare giocatori bravi e che puoi ricostruire, oppure se vuoi tenerli allora ti devi sbilanciare e mettere altri giocatori dentro così sulla carta diventi più forte. Ma dipende anche se i giocatori vogliono rimanere, anche questo spesso è uno dei problemi perché se i giocatori volgiono andare via allora sei costretto a venderli".

Il Toro dovrebbe puntare su Pellegri per il futuro?
"Quando i ragazzi subiscono tanti infortuni lasciano il segno non solo sul corpo, ma anche sul modo di approcciare le cose con paure che ti portano altri infortuni. E’ un periodo che sta bene e si allena con regolarità. Secondo me, ha fatto due bellissime prestazioni, ma il mio dispiacere è non averlo avuto sempre a disposizione perché è un giocatore che ha grande potenziale. L’importante è che trovi stabilità e tranquillità totali. Qualsiasi squadra lo terrebbe se lui è quello delle ultime due partite e può diventare un grande giocatore".

Ha qualche rimpianto visto che è arrivato a mezzo metro da un lingotto d’oro che le avrebbe permesso di capire che cos’è il Toro perché il Toro è un’altra cosa?
"Hai riassunto bene, anch’io penso che Il Toro sia un'altra cosa. Non può essere questo, con tutto l’amore è così. Non ho rimpianti, ma tanto orgoglio per quello che ho fatto, ma evidentemente non si sono incastrate tutte le cose. Magari anche per troppa emotività in certe situazioni. Guardando con calma e lo abbiamo analizzato, si è fatto un lavoro eccezionale per ciò che abbiamo trovato, per ciò che lasciamo e per come abbiamo lavorato, ma dall’altra parte c'è stato un enorme disprezzo da parte dei giornali e questo per me non va bene. Per fare una cosa enorme  ci vuole anche un'unione enorme di tutte le parti e non accusare uno, un altro oppure un terzo: questo possiamo dirlo che è mancato anche dopo l’ultima partita”.

Quando mancano le cose bisogna sempre chiedersi il perché e tutti devono farsi un esame di coscienza.
“Sì, sono d’accordo con te completamente. E' un peccato fare due passi avanti e invece vai indietro: qui ognuno invece mantiene le sue posizioni e appena succede qualche cosa ci si scaglia uno contro l'altro e si ha questa sensazione di negatività e pessimismo. Se si fosse fatto tutti quanti due passi in avanti sicuramente avremmo visto un Toro diverso con spirito e positività diversi. Sul lavoro, devo dire che per come abbiamo trovato la squadra e per come la lasciamo è stato eccezionale e oltre l'immaginabile".

Domani potrà giocare chi non ha ancora debuttato, magari il terzo portiere?
"Facciamo la partita della vita, non ci penso nemmeno. Vivo così questa partita e non ci penso nemmeno a fare questo tipo di valutazioni. Non è una passeggiata".

Il suo al Torino è un addio o un arrivederci?
“Ma (ride, ndr)”.

Qui ha però lasciato il segno?
“Non so se ho lasciato il segno, sinceramente. Abbiamo fatto un grandissimo lavoro e sono d’accordo con la domanda di prima. E' vero che non abbiamo vissuto la gioia enorme e che mancava poco per viverla. Il viaggio è stato pieno di insidie e cose che magari si potevano fare meno in un certo senso. Ora voglio vincere, che la squadra dimostri quanto è forte mentalmente, quando sono cresciuti i ragazzi e poi con tranquillità si vedranno altre cose".

La sua prossima panchina sarà in Italia o all'estero?
"Non lo so ancora, bisogna valutare bene tutte le cose".