Le sirene del mercato siano stimolo non un handicap
Ventura interpellato su un suo possibile passaggio alla Lazio ha detto: “Se son rose fioriranno”. Maksimovic continua a interessare al Napoli. Glik ha il sogno di giocare in Premier League. Peres è tenuto d’occhio da Paris Saint Germain, Bayern Monaco, Chelsea e Roma. Immobile si trova bene al Torino che ha un’opzione per prenderlo in estate, ma il suo agente dice che per parlarne bisogna attendere almeno fino a maggio, però è molto probabile che se Ciro fosse fra i convocati per l’Europeo i discorsi slitterebbero di un paio di mesi. In tutto questo bailamme il Torino deve terminare il campionato mantenendosi a debita distanza dalla lotta per non retrocedere.
Il problema maggiore sta proprio nel fatto che in molti frangenti la squadra ha dimostrato di essere fragile e di non saper gestire i momenti di difficoltà in campo. Così amnesie difensive, passaggi e cross sbagliati, tiri indirizzati fuori dallo specchio della porta, ritmi lenti, manovre prevedibili e quant’altro si sono susseguiti con troppa frequenza. Se alla fragilità di fondo si aggiungono le possibili distrazioni causate dalle voci di mercato il rischio di vivere un finale di campionato senza riuscire a risollevarsi dal pantano dove si sta sguazzando c’è eccome. Non è questione di correre il rischio di finire in serie B, le carenze altrui dovrebbero evitarlo, ma anche solo continuare con questo trend complicherebbe il futuro perché disunirebbe ancora di più lo spogliatoio, che al di là delle dichiarazioni ufficiali dà l’impressione di non essere coeso, e anche i rapporti con i tifosi, finora delusi però pur sempre pronti a perdonare o al più a contestare in modo blando, si deteriorerebbero.
Nelle ultime otto partite il Torino deve serrare i ranghi e migliorare la propria posizione in classifica, poi a campionato concluso chi vorrà andare altrove lo comunicherà alla società che ne prenderà atto e si regolerà di conseguenza. Non fosse altro che per convenienza chi vuole lasciare il Torino ha tutto l’interesse nel dare il massimo in campo in modo da mettersi in evidenza e trovare più facilmente altri club disposti a dare “battaglia” a Cairo nelle trattative di mercato. Se, invece, si palesano lacune anche chi finora ha mostrato interesse potrebbe diventare meno determinato nel volersi accaparrare a tutti i costi il giocatore o l’allenatore che aveva messo nel mirino e quindi dare maggiore forza al presidente granata per trattenere, forte dei contratti in essere, chi vorrebbe andarsene.