Le grandi trattative del Torino - 2008, Rolando Bianchi: dal gran rifiuto alla fascia da capitano

22.03.2020 16:00 di  Emanuele Pastorella   vedi letture
Le grandi trattative del Torino - 2008, Rolando Bianchi: dal gran rifiuto alla fascia da capitano
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© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport

La storia in granata di Rolando Bianchi è iniziata ufficialmente il 23 agosto del 2008, ma in realtà il suo primo impatto con il mondo Toro è avvenuto ben prima. Sette mesi, per l’esattezza: era il 27 gennaio dello stesso anno, all’Olimpico Grande Torino si affrontano i ragazzi di Novellino e la Lazio. Urbano Cairo sembra a un passo dall’acquisto dell’attaccante di proprietà del Manchester City, ma proprio quando l’operazione sembra conclusa arriva la doccia fredda, con il patron granata “fregato” in extremis dalla Lazio. Bianchi preferisce il progetto biancoceleste, il suo battesimo coincide proprio con la sfida contro il Toro: parte dalla panchina ed entra al 65’, poi succede l’incredibile. Fischi assordanti dai ventimila del Grande Torino, un giallo dopo 30 secondi e il rosso dopo quattro minuti: l’attaccante si fa cacciare per due falli tanto evidenti quanto inutili, la sua avventura con la Lazio sarà disastrosa e a fine anno verrà rispedito al mittente.

E così si arriva all’estate, con il presidente Cairo che torna all’assalto del City: lo vuole a tutti i costi, è una richiesta esplicita di De Biasi che vuole ricomporre la coppia che fece grande la Reggina di Mazzarri. Amoruso approda sotto la Mole a inizio mercato, Bianchi dopo un lungo corteggiamento è granata il 23 agosto 2008: un’operazione da sette milioni di euro complessivi, con la curva che non vede di buon occhio il suo arrivo visto il gran rifiuto di pochi mesi prima. Ma l’attaccante si fa amare ben presto, realizzando due gol nelle prime quattro apparizioni. Poi la stagione si mette male, Bianchi andrà in doppia cifra ma non servirà per evitare la retrocessione.

La caduta in B fa fuggire il capitano dell’epoca, Alessandro Rosina preferisce i milioni dello Zenit San Pietroburgo, e la fascia finisce sul braccio di Bianchi. Non l’avrebbe più lasciata, per quattro anni consecutivi, diventando così il capitano più longevo dell’era Cairo fino ad oggi. E, da quel momento, comincia a segnare. Tanto, tantissimo, specialmente al primo anno in B: saranno 27, anche se non sufficienti per il ritorno immediato nella massima serie. La promozione arriva al terzo tentativo, Bianchi nel frattempo è diventato un idolo. La medaglia si è completamente rovesciata, tanto che all’ultima giornata del 2012/2013 sono lacrime: l’attaccante è in scadenza e non rinnoverà per qualche incomprensione di troppo con il tecnico Ventura e il ds Petrachi, la gente è furiosa con l’allenatore perché lo ha fatto partire dalla panchina. Gli concede meno di un tempo, Bianchi riesce comunque a salutare la Maratona con un gol sotto la curva contro il Catania. Sarebbe stato il 77esimo con la maglia granata, un numero che gli ha garantito l’undicesimo posto nella classifica all time dei marcatori del Toro.