Le grandi trattative del Torino - 1990, Vazquez dal Real Madrid a una neopromossa
Il ritorno in serie A è centrato al primo colpo, il presidente Gian Mauro vuole costruire subito una squadra vincente. Silura il tecnico della promozione, Eugenio Fascetti, e affida la panchina ad Emiliano Mondonico. Trattiene tutti i migliori, poi confeziona la ciliegina sulla torta. Le trattative con il Real Madrid sono subito in discesa, a luglio del 1990 sbarca sotto la Mole Rafael Martin Vazquez: un talento assoluto, già colonna delle Merengues e della Spagna ai Mondiali in Italia. Un colpo pazzesco, anche e soprattutto perché un tale giocatore di talento aveva accettato di lasciare i blancos per sposare il progetto di una neopromossa. E i discorsi erano stati avviati ben prima, quando a novembre, con il Toro invischiato nella lotta per salire in serie A, Vazquez aveva dato la propria parola a Borsano. L’operazione si conclude per quasi tre miliardi di lire, al giocatore circa otto miliardi di stipendio. Cifre da record, ma soprattutto colpo da record: i granata erano riusciti a strappare al Real Madrid un giocatore nel pieno della sua carriera, a 25 anni.
Le bandiere spagnole avevano cominciato a svolazzare in città ben prima di luglio, i tifosi avevano fiutato l’affare già durante la stagione sportiva. Poi, dopo il Mondiale, ecco che l’affare si concretizza: Vazquez sbarca a Torino accolto da centinaia di persone, che tra Caselle e la sede di corso Vittorio invadono le vie del capoluogo piemontese. La piazza granata è in visibilio, fin dalle prime partite il centrocampista incanta la Maratona. E’ decisivo nella finale di Mitropa Cup con la rete che porta ai supplementari (poi Carrillo permetterà di superare il Pisa per 2-1), con il Toro che in campionato sarebbe addirittura finito davanti alla Juventus per l’ultimo posto nelle coppe, ma le gioie più grandi arrivano nel ‘91/’92. Vazquez è uno dei protagonisti principali della cavalcata in Europa della squadra di Mondonico, in semifinale avrebbe eliminato proprio il suo Real Madrid. La coppa sarebbe sfuggita soltanto per tre pali colpiti ad Amsterdam, ma l’avventura dello spagnolo rimane nell’album dei ricordi. Saluta il Toro dopo due stagioni, da quel momento in poi sarebbe cominciata la discesa del club fino al baratro.