Le dichiarazioni di Juric sottolineano un Toro che non c'è più

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Quando Urbano Cairo comprò il Torino prelevandolo a zero dal fallimento, il Popolo Granata pensava di aver ritrovato la persona che avrebbe restituito i valori di un tempo. Prima ancora dei risultati, il Toro rappresentava altro, qualcosa che tante altre realtà, pure all'estero, possono solo sognare (o anche immaginare). Niente di più sbagliato. Con il tempo Cairo ha acquisito la sua notorietà grazie al Torino (niente di negativo o scorretto in questo), ma più aumentava la propria popolarità, più il Torino si allontanava da tali valori, nascondendo la situazione attraverso la convinzione di un calcio che sta cambiando. Juric ha fatto dichiarazioni forti, forse anche giuste (se si crede alle mancate promesse al tecnico, e soprattutto se si crede che ci sperasse veramente dopo ormai quasi un ventennio di evidenze opposte) ma che devono necessariamente dare seguito a delle dimissioni, altrimenti rimangono chiacchiere. Tornando alla presidenza, ormai i consensi verso Cairo, al contrario di quello che ama sempre affermare lui, sono quasi ridotti allo zero, e forse il fatto che le critiche iniziano ad arrivare dal'interno, dovrebbe risuonare come un campanello d'allarme in un giocattolo che non funziona più in nessun verso. Il Toro, quello che conoscevamo, non c'è più.