La stagione è in un momento cruciale e c’è l’assurdità dell’incertezza di quando e con chi giocare

La salute collettiva prima di tutto e su questo non si discute, così come l’economia deve essere preservata il più possibile in tutti i suoi settori, ma l’incertezza che si sta vivendo in questi giorni, pur in parte comprensibile, ha del surreale e in certi casi sfocia nel bizzarro per non dire nel tragicomico. Ovviamente il calcio non è immune a questo, infatti, abbiamo assistito e forse continueremo ad assistere a decisioni, contro decisioni, ipotesi, contro ipotesi, rinvii, annullamenti e chi più ne ha più ne metta.
Ma qualcuno pensa veramente all’atto atletico che ha un diretto nesso consequenziale con i risultati? Viene il dubbio che questo sia fra i primi pensieri che dovrebbero incidere sulle decisioni. Prendiamo ad esempio quello che sta accadendo al Torino, ma si potrebbe farlo per qualsiasi altra squadra. Doveva giocare con il Parma domenica 23 febbraio alle 15 e a pochissime ore dall’inizio della partita è stato ufficializzato che non si sarebbe disputato il match. Vabbè, può capitare che una partita sia rinviata. E allora il Torino nel pomeriggio al posto della partita di campionato ne disputa una in famiglia e poi inizia subito a preparare la successiva quella di sabato 29 con il Napoli che regolarmente si è giocata. E fin qui diciamo tutto bene. A quel punto sotto con la successiva ossia quella con l’Udinese in programma sabato 7 marzo alle ore 15, ma adesso pare (non vi è ancora l’ufficialità che potrebbe arrivare in qualsiasi istante anche un secondo dopo che è pubblicato questo articolo) che venga rinviata, stando alle ultime ipotesi, a sabato 14 marzo alle ore 20,45 e che poi mercoledì 18 marzo alle 18,30 sarà recuperata Torino-Parma (che in un primo momento doveva essere recuperata l’11 marzo) e, infine, Cagliari-Torino si giocherà domenica 22 marzo alle ore 15 anziché domenica 15. Con il calendario che successivamente dovrebbe proseguire con le giornate slittate di una settimana fino a un turno infrasettimanale da disputarsi prima dell’ultima giornata in modo da mantenere il calendario il più invariato possibile.
Già, ma il Torino è in una situazione di classifica delicata e saltare partite che verranno recuperate in date incerte e non avere la certezza se il prossimo avversario sarà tizio o sempronio rende ancora più complicato prepararsi. Certo da una parte se le partite non si disputano Longo ha più tempo per far ritrovare la miglior forma atletica possibile ai giocatori, ma dall’altra anche non avere la continuità della cadenza delle patite e non sapere per certo chi sarà il prossimo avversario rende più complicato prepararle. Senza dimenticare che se, come pare, il Torino tornasse a giocare per la prima volta il 14 marzo si sarebbe potuto programmare un po’ diversamente il lavoro in questo periodo, ma fino a quando non si hanno certezze si deve fare come se si giocasse seguendo il normale calendario. Sia ben chiaro il discorso sarebbe stato lo stesso se il Torino anziché trovarsi a cercare di far di tutto per non essere risucchiato nella piena lotta per la salvezza stesse a battagliare per un posto in Europa.
Per avere campionati il più regolari possibili servono certezze che vanno prese sì nell’interesse della salute collettiva e tenendo conto anche dell’economia, giocare a porte chiuse è evidentemente un danno economico, ma proprio in virtù della regolarità anche il lato atletico va tenuto in considerazione, quindi, serve che le decisioni su quando far disputare le partite siano prese il più presto possibile senza troppi tentennamenti e nell’ottica del scegliere la soluzione che porti al male minore. E allora … speriamo in bene e attendiamo fiduciosi le decisioni di chi sta in alto e che dovrebbe decidere nell’interesse di tutti.
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