La risposta di Juric sul rinnovo entro fine aprile e il mercato che si fa da luglio: c’è il problema discrepanza temporale
Per restare al Torino mister Juric vuole che venga creato uno zoccolo duro, quindi che i migliori calciatori non siano ceduti o non riscattati come avvenuto la scorsa estate con Belotti (via a parametro zero), Bremer, Brekalo (che non ha voluto essere riscattato), Mandragora, Pobega (per fine prestito) e Praet, e anche a gennaio con Lukic, e che poi vengano presi quei 2/3 giocatori per completare l’organico dei titolari e che in panchina ci siano alternative che qualitativamente non siamo molto inferiori ai titolari. Insomma che venga allestita una squadra che abbia le carte in regola per lottare per un posto in Europa da intendersi Conference o se gira tutto bene Europa League. Tradotto che gli venga consegnato un Torino che possa arrivare al 6° o al 5° posto. E ovvio che poi tocca a lui riuscire a condurre la squadra all’obbiettivo. L’attuale contratto dell’allenatore scadrà il 30 giugno 2024, ma lui potrebbe lasciare anche alla fine di questa stagione perché è ambizioso e vuole una squadra che non abbia solo come massima aspirazione il piazzarsi a metà classifica. Il Torino inteso come società vorrebbe che lui rimanesse e gli ha proposto il rinnovo del contratto con tanto di ritocco in alto dello stipendio che quindi aumenterebbe rispetto agli attuali 2 milioni di euro a stagione e gli ha chiesto di dare una risposta entro la fine di aprile. Termine temporale ineccepibile nel caso la risposta fosse negativa perché poi servirebbe tempo per trovare un nuovo allenatore.
Già, ma c’è un problema e pure grande: il mercato estivo inizierà ufficialmente a luglio con l’anteprima dei riscatti di chi è in prestito e il Torino di giocatori che sono in questa condizione e che andrebbero a formare il famoso zoccolo duro ne ha: Ilic (quasi sicuro il riscatto), Lazaro, Miranchuk e Vlasic ai quali si aggiungono Gravillon e Vieira. E Juric vorrebbe anche che rimanesse Djidji, in scadenza di contratto il 30 giugno. E’ evidente che c’è una discrepanza temporale di un mese e mezzo per i riscatti e di due per l’inizio del mercato.
Lo scenario è che Cairo e Vagnati possono a parole dare garanzie a Juric che riscatteranno chi vuole e poi nel mercato estivo prenderanno i giocatori necessari, ma i fatti concreti quali saranno? Ammesso che nessun giocatore non chieda di non essere riscattato o ceduto, il Torino potrà e vorrà spendere 57 milioni di euro escludendo i bonus? (Ilic obbligo di acquisto definitivo al verificarsi di determinate condizioni a 15 mln + 1 di bonus; Lazaro 6,5; Miranchuk 12; Vlasic 15 + 3 di bonus; Gravillon 3,5; Radonjic obbligo già maturato a 2; Vieira 3). E poi ancora sborsare altri soldi per completare la rosa visto che servono almeno un terzino, Aina è in scadenza di contratto, e un centravanti? E tutto questo senza cedere nessuno per fare cassa?
Sinceramente pare impossibile. E allora? Cairo e Vaganti potrebbero raggiungere un compromesso con Juric: qualche riscatto e magari una cessione con l’impegno di prendere sostituti all’altezza, come avvenuto con Schuurs dopo la cessione di Bremer. Sostituti anche in prestito, ma che poi, nel caso si dimostrassero realmente validi, saranno riscattati. Juric accetterebbe il compromesso fidandosi? Domanda da un milione di dollari. Forse, se l’impegno fosse inserito nel suo contratto. E visti i precedenti degli ultimi anni, anche prima dell’arrivo di Juric, della conduzione del mercato da parte del Torino la pretesa di tutelarsi sarebbe legittima.