La crisi di Verdi pare infinita, ma può risollevarsi se ci metterà vera grinta
Dopo di fatto il nulla. Simone Verdi si è perso avviluppandosi su se stesso e diventando una sorta di fratello al quale la buona sorte non ha dato il guizzo vincente. Prima al Napoli non è riuscito ad emergere in un contesto dove i calciatori di livello abbondavano e poi al Torino non si è ritrovato continuando a sfoderare prestazioni anonime, quando andava bene, oppure decisamente scarse condite con qualche sprazzo di quelle giocate che lo avevano fatto mettere in luce e apprezzare nella città delle Due Torri.
Quando un calciatore, come si dice, ha i piedi buoni e non due ferri da stiro e sa come si tocca il pallone non può di colpo non essere più capace a farlo per cui i problemi di Verdi attengono ad altro. Magari qualche acciacco può averlo appannato, ma lui non ha subito in questo periodo nero infortuni di tale gravità da giustificare il non riuscire più a giocare bene. E allora che cosa gli è successo? Probabilmente, come capita a tutti i giocatori prima o poi in carriera, ha avuto un periodo di flessione che per sua sfortuna è coinciso con il suo arrivo a Napoli dove la concorrenza era alta e questo gli ha impedito di imporsi generando una sorta di sfiducia in se stesso e poi il passaggio al Torino a seguito di un’estate sempre sul punto di cambiare squadra cosa che però è avvenuta solo negli ultimi minuti del calciomercato e tutto questo non lo ha di certo aiutato. Oltretutto poi si è trovato nel contesto granata che poco alla volta è andato sfaldandosi fino alla lotta per non retrocedere e così il suo inserimento, rallentato dall’essere arrivato sotto la Mole con una condizione fisica non ottimale, è stato più complesso del previsto tanto più che sulle sue spalle pesava l’essere il calciatore più costoso dell’era Cairo. Il lockdown e una fine di campionato concentrata hanno fatto il resto. Purtroppo però le conseguenze sembrano protrarsi anche in questa stagione per tutti caratterizzata da una preparazione estiva compressa, e per lui anche condizionata da una distrazione all’adduttore lungo della coscia sinistra, e da un campionato sommato alla vita quotidiana che deve fare i conti con il Covid. In tal senso i gol che Simone si è recentemente mangiato sommati ad altre giocate non ben eseguite sono la prova, al di là di ogni dubbio, che non è sereno in campo. Infatti, non è da lui non inquadrare da posizione favorevole dentro l’area lo specchio della porta (45’+3’) e non sfruttare in area un buon suggerimento di Ansaldi lasciando terminare il pallone sul fondo (45’+1’) e dopo uno scambio con Linetty ed essersi inserito in area calciare fuori (83’) con il Cagliari. A tu per tu con Consigli non riuscire ad angolare bene in modo che il portiere in qualche modo non arrivi a toccare la palla e a impedirle di insaccarsi (9’) e di nuovo da solo davanti all’estremo difensore per imprecisione di mira farsi deviare il tiro con il destro in calcio d’angolo (57’) con il Sassuolo e lasciando stare che si è fatto anticipare da Ferrari (2’), su punizione la palla si è infranta sulla barriera (18’) e ha perso palla in occasione del gol di Djuricic (71’). E’ evidente che è troppo poco un cross preciso e interessante per Belotti (90’+5’) con la Fiorentina e dal limite dell’area una buona palla data a Belotti (90’+4’) con l’Atalanta pur considerando che in quattro partite ha giocato solo 150 minuti a causa della distrazione all’adduttore lungo della coscia che lo ha tenuto per un po’ di tempo lontano dagli allenamenti con i compagni durate la preparazione estiva.
Verdi deve ritrovarsi in modo da risollevarsi perché le qualità pallonare la Buona Sorte gliele ha fornite e non sono cose che ad un certo punto si dissolvono e spariscono. Simone ha 28 anno compiuti lo scorso 12 luglio non è in là con gli anni e neppure a fine carriera per cui sta solo a lui trovare dentro di sé la grinta che lo porti a giocare come sa fare. A iniziare da domani quando ci sarà la sfida con il Lecce di Coppa Italia, se Giampaolo lo manderà in campo, dovrà essere concentrato e senza voler strafare o farsi abbattere al primo errore eseguire giocate lineari e lasciar fluire il suo estro che poi le cose positive naturalmente verranno. Provi a ritrovare lo spirito di quando ha iniziato a giocare a calcio e tutti guardavano a lui come a una giovane promessa e sicuramente tornerà a fare bene per se stesso e per il Torino.