Juric è tornato: passionale, empatico, umile nel chiedere scusa, costruttivo, voglioso di portare il Toro in Europa

06.02.2024 10:30 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Ivan Juric
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Ivan Juric
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Ha voluto esprimere il suo pensiero ieri Ivan Juric in modo che non ci fossero fraintendimenti e con l’intento di fare chiarezza e anche scusandosi dopo che domenica al termine della partita con la Salernitana aveva detto che una parte della tifoseria non aveva lo spirito Toro poiché in tante partite lo stadio è stato mezzo vuoto e a fronte di mancate vittorie ci sono state critiche che lui non ha condiviso perché anche se la squadra non aveva giocato bene comunque aveva dato in campo tutto quello che poteva. Le parole del tecnico ovviamente avevano scatenato polemiche e allora l’allenatore le ha volute subito fermare mettendo bene in chiaro che:  “Se ho offeso qualcuno o se qualcuno fra i tifosi del Toro si è sentito sminuito o non apprezzato umilmente chiedo scusa perché non era mia intenzione e io ho lo spirito Toro, ne ho molto, molto. La mia strada in questi due anni è sempre stata all’insegna dello spirito Toro. Quest’anno nei primi due mesi la mia squadra non aveva lo spirito Toro e mi sono vergognato, ma poi dopo c’è stato lo spirito Toro, anche quando i miei hanno giocato male”. Era da tempo che l’allenatore aveva un atteggiamento compassato, molto diverso dal condottiero battagliero del suo arrivo sulla panchina del Torino, ma ora è tornato.

L’allenatore del Toro ha voluto far capire che persona è, arrivando a darsi dello stupido e dell’autolesionista, ma è proprio il suo modo di essere istintivo, non calcolatore che gli attira le critiche, ma lo fa anche essere empatico, trascinatore e trasmette passione. “Sono stupido, ragazzi, non schietto. Quello che ho detto ieri è da stupido, esprimersi così davanti a voi è da stupidi, è autolesionismo. Non devo fare così, ma come fanno tutti gli altri: essere bello sereno. E devo farlo anche con i giocatori. Ma io invece no, vado dritto e parlo e poi le cose diventano forti (nel senso hanno risonanza, diventano pesanti, ndr). Se volete darò solo risposte classiche che tutti si aspettano: è fantastico, va tutto bene. A inizio stagione quando facevamo schifo, io l’ho detto che non c’eravamo. La contestazione allora mi è piaciuta perché era una reazione che c’è stata anche nel gruppo (dei giocatori, ndr) e ci siamo ricompattati e siamo diventati forti e con lo spirito Toro e a Cagliari abbiamo vinto perché tutti in campo corrono come scemi e si buttano, si aiutano uno con l’altro. Poi ieri abbiamo fatto una brutta prestazione e l’accettiamo. Ma nessuno ha mollato neppure ieri né Zapata, né Sanabria e neppure i nuovi arrivati. I giocatori sono miei, hanno lo spirito Toro. Ma se volete un allenatore che vi dice che va tutto benissimo, e ne avete avuti in passato, non sono io quell’allenatore”.

La passione con la quale ha parlato usando a tratti un tono infervorato quando ha esposto i concetti che gli stanno più a cuore, sbattendo anche i pugni sul tavolo (tanto che una bottiglia di vetro, presa al volo prima che cadesse dal conduttore di Torino Channel, ha rischiato di cadere) hanno espresso in modo evidente che il suo lavoro è votato a migliorare il Toro in modo che non vivacchi solo, ma che il futuro sia più roseo. Che è poi quello che vogliono e chiedono da tanto, troppo, tempo tutti i tifosi. Lo ha fatto ricordando i problemi che c’erano anche al Filadelfia al suo arrivo che sono stati superati e che si sono poste le basi per il futuro e ha quindi sottolineato il suo lavoro, ma anche quello degli altri. “Siamo partiti da una situazione che era molto difficoltosa per i risultati, per il livello economico e per tutto.  Ci siamo messi a lavorare come cani per arrivare nella parte sinistra della classifica già nel primo anno, che per me era già un grandissimo risultato anche se non massimale. Idem il secondo anno e nel terzo, dopo una grande difficoltà iniziale, dove veramente poteva andare tutto male, come era successo tre-quattro anni fa, ma con lo spirito Toro siamo riusciti con i miei ragazzi a ribaltare una situazione pazzesca e ora siamo di nuovo una squadra credibile che se la gioca con tutte e non prende gol da tantissime partite e ha vinto tre a zero contro Napoli e Atalanta e che per me a volte battaglia. … Loro vogliono crescere come squadra e come giocatori e  lavorano come cani. Abbiamo rapporti belli e giusti e si discute di tutto  Vedo una grandissima crescita in questi ragazzi: nei “vecchi” vedo una maturità e voglia di esserci. E lo vedo nei giocatori che magari tre anni fa stavano retrocedendo e adesso ci danno grandi soddisfazioni come Linetty, Rodriguez e Djidji. E vedo giovani che lavorano come cani e hanno l’obiettivo di migliorarsi e, per me, hanno lo spirito Toro che siamo riusciti ad inculcare in loro dopo che si era perso nei primi due mesi di questo campionato. In questo momento è una bellezza allenarli: prendono il pallone e vanno, vogliono apprendere e capire che cosa facciamo e io con loro mi sto divertendo tanto".
E anche per migliorare il Fila si è speso Juric. “Abbiamo rifatto il campo, è stata allestita la cucina che all’inizio non volevano farla ed è stata portata una cucina montata, ma noi non volevamo quella e così poi è stata costruita. In seguito è stata fatta la zona per il recupero dei giocatori e ci abbiamo messo le persone adatte. Per tutto questo mi sono speso tanto, anche sui material. Del settore giovanile sono stra-contento. Il Filadelfia è bellissimo, lo abbiamo sistemato sputando sangue per farlo e così quando arrivano giocatori come Schuurs non si devono vergognare. Questo, caz…o, è il lavoro che abbiamo fatto!”.

Lavorare e migliorare è il mantra del mister per il bene del Toro. “Se finiamo magari anche bene o meno bene  quest’anno, noi qui abbiamo un capitale vero che prima non c’era. E tutto questo capitale lo abbiamo creato valorizzando i giocatori, lavorando duro, migliorando. E’ una situazione completamente diversa da quella di due anni e mezzo fa quando sono arrivato. Certo che si può fare meglio in futuro perché c’è una base e lo dico perché questi due qui (indicando Vagnati e Moretti presenti alla conferenza stampa, ndr) lavorano come cani. Il settore giovanile e la Primavera vanno a mille, li stiamo crescendo, stiamo facendo le palestre e il mio preparatore prepara i programmi per loro e li seguiamo e sappiamo ogni minima cosa (l’ha detto con un’espressione molto più colorita, ndr). Stiamo inserendo Gineititis e vogliamo farlo con altri che stanno giocando in Serie B. Vogliamo creare nuovi Buongiorno. Tutto ciò prima non c’era. Siamo tutti sulla stessa barca. Arrivo alle 8 e vado a casa alle 20 lavorando come un cane. Qualche giorno fa parlavamo dei dati fisici di Della Vecchia che fa 400 metri di scatto e che cosa gli manca. Noi spendiamo tempo e lavoriamo per il bene del Toro, non appariamo solo belli nel fare le cose. C’è una base forte che ci sia Ivan (Juric, ndr) o che non ci sia. C’è gente che lavora forte, che è umile e che, secondo me, è migliorata tanto nella scelta dei giocatori e nel vedere che cosa serve nel calcio moderno. Secondo me stiamo bene, questo dico”.

Non poteva mancare l’argomento porte aperte ai tifosi al Filadelfia. Assistere agli allenamenti è una assoluta rarità. Si sa che tutti gli allenatori sono poco propensi a svolgere gli allenamenti a porte aperte e su questo Juric ha espresso la possibilità, come già fatto in passato, di aprire le porte del Fila nei primi giorni della settimana quando non fa tattica. "Con tutta schiettezza, non ho chiesto e non ci ho pensato. L’anno scorso, mi sembra di ricordare, che parecchie volte sono venuti i tifosi. Marco oggi parlava delle vele. Noi a volte notiamo che ci sono delle spie, prepariamo i piazzati e gli altri lo sanno. Facciamo uno schema ed è conosciuto, ma come è possibile? Anche con le vele che sono state installate, su queste cose si è a un altro livello e non riusciamo a fare certe cose perché spingono l porta e si vede. Non è per i tifosi, figuriamoci e l'anno scorso abbiamo aperto parecchio, a inizio settimana si fanno le solite, c’è il recupero, ma quando iniziamo a lavorare sulla tattica, sulle scalate allora mi sembra giusto che altri non siano presenti e vedano cosa sto preparando per la partita perché veramente si gioca anche sui dettagli o magari io sono un fanatico dei dettagli e penso così. Avevo risposto già cosi l’anno scorso e due anni fa: per me aprire ai tifosi gli allenamenti dei primi giorni della settimana non è un problema. Semmai il problema è che gli allenamenti sono di mattina alle 11,30 ed è un orario in cui la gente lavora o e a scuola ed in questo senso è penalizzante”. Incalzato sulla possibilità di allenamento a porte aperte magari il martedì ha detto: “Vi ho detto che in questi mesi nessuno me lo ha mai chiesto perché se lo avessero fatto avrei detto di sì, di aprire le porte il martedì. Specialmente dopo una vittoria, ad esempio quella con l’Atalanta, mi farebbe piacere. Oggi (sorride, ndr) magari un po’ di meno, ma è normale perché quando va tutto bene la gente viene e applaude, mentre se va male preferisco che non ci sia nessuno”.             

Juric vuole per il Torino un vivaio competitivo che crei altri Buongiorno, lo aveva già detto in tempi non sospetti. Questo perché è consapevole del fatto che il potere economico della società non è in grado di competere con i club più forti e quindi se c’è autoproduzione di calciatori di qualità si può sia utilizzarli sia poi cederli e fare cassa come hanno già fatto altri club, ad esempio l’Atalanta che in Europa ormai ci va da anni. Il mister vuole anche riportare il Toro in Europa. “Sono qui per ottenere un grande obiettivo. …Il mio obiettivo è la grandezza del Toro, è portarlo là. … Non è vivacchiare”. C’è forse qualche tifoso del Toro che non vuole queste stesse cose?.

Il tanto lavoro fatto, le basi poste, la voglia di migliorare, alzare l’asticella e allora il rinnovo del contratto dovrebbe essere cosa scontata. E invece il mister condiziona tutto al raggiungimento dell’obiettivo. Nessuna “ruffianaggine”, ma solo tanta schiettezza. “Con tutta sincerità, se non vado in Europa, cosa ci faccio qui? Prendo altri soldi? Io devo andare in Europa. Se vado in Europa allora mi siedo, parlo e ragioniamo su tutti i discorsi. Ma se non andiamo in Europa, anche se per me è un grandissimo risultato perché siamo nella parte sinistra della classifica e ci sono squadre che economicamente possono permettersi altre cose, io cosa ci faccio qui? Mi prendo un altro contratto? Si dovrebbe apprezzare questo. Sarebbe facile, firmo per altri tre anni e mi prendo altri soldi e magari poi il presidente mi esonera dopo un mese e io me ne vado via a casa bello sereno. Ma questo non è il mio obiettivo. … Non solo chiacchiere sui soldi. Andiamo in Europa e resto tutta la vita, ma se non ci andiamo vado via perché non ho raggiunto l’obiettivo, anche se ho fatto grandi cose”. Si dà dell’autolesionista Juric: “Sul contratto ho risposto in maniera schietta e sono autolesionista”. E ha poi aggiunto: "Non ho problemi a dire: io me ne vado, ho dato tutto  e allora ciao e arrivederci. Lo dico con grande onestà. Di questi due anni e mezzo si può dire di tutto, ma non che io non abbia avuto rispetto per il lavoro e la società. L’ho avuto sempre al massimo. Del contratto non ho parlato neanche con loro (ha indicato Vagnati e Moretti, ndr). Non ne parliamo e dentro di me non volevo neppure dirlo e andare avanti così anche con i giocatori. Ma dentro di me penso: che cosa ci faccio qui? Un anno fa si è detto che bisogna fare il salto di qualità, ma è dura, durissima competere con quelle squadre la. Deve andare tutto bene. Ma la mia presenza qui non può esser quella di uno che prende soldi. Di uno che sta qui e racconta cose. Non è la mia idea perché se non ottengo quello che si aspetta la piazza e che io mi sono prefissato, che Vagnati, Moretti e il presidente si sono prefissati. Ci vogliamo provare, vogliamo alzare l’asticella e portare questa squadra più su perché se lo si fa salgono anche i valori e tutto è diverso. Noi lavoriamo per questo. Un anno fa quando il presidente mi ha detto del rinnovo ho risposto : aspettiamo. Ditemi se altri avrebbero detto così. Da giocatore non ho guadagnato tanto, i contratti erano bassini quindi non sono a posto. La mia idea non volevo dirla, ma con quello che è successo è anche giusto spiegare, e quindi se raggiungiamo l’obiettivo ci sediamo, parliamo e vediamo se veramente possiamo fare qualche cosa di bellissimo. Ma se non raggiungo questo obiettivo la mia presenza qui non ha senso e che venga un altro con lo spirito giusto e porti il Toro dove deve andare. Questo è quello che penso”.
Attendere la fine del campionato per parlare del rinnovo non è un problema. “In questo mercato non si poteva fare niente e su questo il presidente è stato chiaro e lo abbiamo accettato cercando di fare il meglio possibile con i prestiti. Penso che, come ho risposto a Elena, ci sia una grandissima base di giocatori, gente che ha la mentalità giusta e a prescindere ci si ritrova con una bella situazione. Anch’io quando soro arrivato mi avevano contattato a fine campionato e non sapevano prima di prendere Juric. Il Toro si doveva salvare e ci siamo visti dopo quindi non credo nell’emergenza (di decidere subito, ndr). Poi si vedrà in questi mesi come andranno le cose. Non credo che sia un problema, specialmente per lui (indica Vagnati che fa un cenno di assenso sorridendo, ndr)”. Neppure per la squadra sapere che l’allenatore è in scadenza di contratto. "Tre anni sono tanti. Mi ero prefissato quest’obiettivo: il primo anno, sistemare le cose. Il secondo, avere un po’ di più e anche per questo avevamo litigato io e Vagnati e poi con il tempo siamo riusciti ad aggiustare le cose. Il terzo anno, c’è … basta in questo senso. Penso che il Toro  deve ambire e non pensare che manchino cinque-sei punti per salvarci perché non si sa mai nella vita. Bisogna essere umili. La mia squadra sa per cosa gioca, non è come il primo anno che dico va bene la parte sinistra perché prima eravate diciassettesimi. I miei ragazzi sanno che ieri hanno sprecato un’occasione, come a Cagliari sapevano che avendo vinto … e la gioia è stata una bellezza. Come affrontano le partite e come hanno dato battaglia con il Genoa, anche se è stata sminuita. Vedo queste cose e loro sanno qual è l’obiettivo: E’ un grande obiettivo, io mi faccio il cu...o, lavoriamo come cani per prepararci e speriamo di non ave infortuni perché quando ci sono diventa veramente difficile, però sanno il nostro obiettivo, anche se non è totalmente giustificato, ma è il nostro e ci stiamo lavorando. Non ottenendolo si perde davvero il senso”.  

Chiede e vuole unione Juric perché sa che solo così si può provare a raggiungere l’obiettivo. “A volte arrivo a casa e mi dico: sei un cretino allucinante. Ieri mia moglie mi ha detto: “Sì sei un cretino”. Non ha cercato scuse perché non era il momento. Non c’erano argomenti: lo stadio era pieno e bello e noi abbiamo fatto una partita molto mediocre e non siamo riusciti a vincere e nessuno ha fischiato e tutti hanno tifato per tutta la partita. Schietto sì, ma ieri sono stato stupido e non era assolutamente mia intenzione entrare nella polemica. Voglio un’unione totale. … Ci deve essere unione con i tifosi e il mio discorso di ieri era proprio per questo. Se volgiamo raggiungere l’obiettivo dobbiamo tutti quanti essere in grande sintonia: io con loro e loro con me e i tifosi con tutti noi. … Sono per l’unione totale e penso che sia fondamentale”. Il concetto dell’unione il mister lo aveva espresso subito a inizio conferenza: “Siamo vicini a un obiettivo importante, dobbiamo stare tutti uniti ed essere al massimo, al 100 % in modo da andare tutti insieme ad ottenere una cosa che, secondo me, sarebbe fantastica”.

Il rapporto fra i tifosi del Toro e Juric è stato ricucito? Solo il tempo lo dirà, magari anche in base agli eventi che accadranno di qui a fine campionato. Juric rimarrà o andrà via? Anche in questo caso si vedrà e forse non sarà cosa legata solo al raggiungimento di un posto in Europa come lo stesso mister ora dice, era intransigente anche sul giocare con una sola punta eppure si è convinto a passare a due attaccanti. Ha il suo carattere, le sue idee, ma sa anche cambiare e agisce non solo pensando a se stesso, ma anche al bene del Toro e questo è doveroso riconoscerlo.