Il Torino ha bisogno di cambiare passo per non avviarsi verso un finale di stagione senza stimoli
Cinque punti in cinque partite, l’eliminazione dalla Coppa Italia e la sconfitta del derby hanno caratterizzato l’inizio della seconda parte della stagione del Torino. All’andata dopo cinque giornate la squadra di Juric aveva conquistato il doppio dei punti e superato il primo turno in Coppa Italia. Il paragone non può essere assoluto in quanto sono state affrontate squadre differenti (allora in coppa il Palermo e in campionato Monza, Lazio, Cremonese, Atlanta e Lecce, ora Fiorentina in coppa e Empoli, Udinese, Milan, Cremonese e Juventus in campionato) e sono passati parecchi mesi, tra agosto e l’inizio di settembre e fine gennaio e febbraio, le squadre si sono assestate e anche modificate dopo il mercato di gennaio. Non ultimo gli infortuni e il Torino sta facendo i conti con questa problematica da inizio stagione e attualmente è privo di Zima, Lazaro, Vieira, Vlasic e si spera che abbia recuperato Pellegri e che tutti gli altri stiano bene, ma lo si saprà con certezza solo domani quando ci sarà la conferenza stampa di Juric perché da mesi la società non comunica quasi più se qualche giocatore durante la settimana in allenamento accusa problematiche fisiche.
A prescindere da tutto però resta il dato che l’inizio del girone di ritorno del Torino sia stato in termini di risultati decisamente inferiore rispetto all’andata. Periodi di flessione in una stagione accadono a tutte le squadre, quindi ci sta. Però questo è il momento cruciale del campionato poiché ci si avvia alla fase finale, mancano quattordici partite, e proprio adesso inizia a delinearsi la classifica con chi lotta per raggiungere qualche traguardo e chi invece si ritrova nel limbo dove non rischia nulla, ma neppure può ottenere niente. Il Torino è scivolato dal 7° al 9° posto e per rimanere nel gruppo di chi lotta per un posto in Europa ha assolutamente bisogno di battere il Bologna, che insieme alla Juventus è avanti di quattro lunghezze. Il solco si sta formando e va evitato che si allarghi divenendo una barriera invalicabile. Anche perché se non restasse l’obiettivo di lottare per i preliminari di Conference League trovare stimoli e motivazioni non sarebbe facile e le nubi rappresentate dai giocatori da riscattare, Vlasic, Miranchuk e Lazaro in particolare, e dai prolungamenti dei contratti in scadenza fra questo e il giugno del 2024 che, a parte quello del giovane Gineitis, sono ancora in stallo su tutti quello di mister Juric, rischiano di trasformare il finale di stagione in un periodo dove ognuno pensa al suo orticello mettendo in secondo piano il Torino.