Il Torino fa sempre gli stessi errori: solo risolverli porterà in Europa
Dopo il pareggio con il Crotone acciuffato nel recupero finale e, quindi, altri punti gettati alle ortiche poiché l’avversario era alla portata, non si possono non fare alcune considerazioni sul Torino, che ha il pessimo vizio di ripetere sempre gli stessi errori senza riuscire a superare situazioni che non è possibile definire in altro modo che negative. Tanto più che incidono sul risultato finale delle partite e che, come già avvenuto nello scorso campionato, rischiano di compromettere il raggiungimento dell’obiettivo finale. Non si tratta né di una caccia al colpevole, né di mettere alla gogna Mihajlovic e il suo staff, però, l’allenatore e i suoi collaboratori unitamente a tutti i giocatori hanno l’obbligo a questo punto di capire perché accade tutto ciò e trovare subito delle soluzioni: è la classifica in relazione all’obiettivo stagionale a imporlo.
Che gli errori commessi siano sempre gli stessi è assodato. “Potevamo vincere in modo più largo e, invece, abbiamo pareggiato. Ma quando si è più forti del proprio avversario la partita bisogna vincerla e non ci sono storie se si vuole andare in Europa League perché altri che lottano per lo stesso obiettivo partite come questa le vincono” così sentenziava Mihajlovic dopo il pareggio con il Verona del primo ottobre.
“Nel secondo tempo abbiamo fatto molto meglio creando tre-quattro occasioni da gol e sicuramente i giocatori della qualità che abbiamo noi quei gol li dovevano e potevano segnare e se oggi non abbiamo vinto è soltanto per errori nostri al di là della bella prova della Sampdoria. Se per segnare dobbiamo fare degli eurogol e poi regaliamo reti agli avversari allora è dura vincere” il commento dell’allenatore del Torino dopo il pareggio con la Sampdoria il diciassette settembre.
“Prima vincevamo in casa e perdevamo in trasferta ora siamo migliorati in trasferta e non riusciamo più a vincere in casa, infatti, nelle ultime quattro partite abbiamo pareggiato quattro volte e sempre con grande rammarico perché non so quante occasioni abbiamo creato. Solo nelle ultime due partite tra Crotone e Samp abbiamo fatto quaranta tiri in porta e abbiamo segnato solo due gol e subiti due su tre tiri nella nostra porta. Sicuramente questo non va bene. Va bene creare e tirare, ma bisogna anche essere più cattivi, decisi e più concreti in avanti. Come ho detto spesso, dobbiamo avere più rabbia nel segnare e più disprezzo nel non prendere gol, invece, alla prima occasione che capita ai nostri avversari subiamo gol e ci servono sette o otto occasioni per riuscire a segnare e avendo giocatori di qualità in attacco. Mi aspettavo qualche cosa di più, ma si vede che ci manca freddezza e la rabbia per cercare di buttare la palla dentro” queste le parole pronunciate il ventinove aprile scorso da Mihajlovic dopo il pareggio con la Sampdoria.
“Non c’è bisogno di un ingegnere nucleare per fare quest’analisi perché si è visto ciò che è successo. Purtroppo abbiamo ripetuto gli stessi errori. Devo dire che non sono arrabbiato, ma infuriato e molto deluso perché continuiamo a sprecare occasioni e a buttare via punti. Pareggiare questa partita con il Milan è stato folle. Siamo andati in vantaggio, due a zero, abbiamo sbagliato il rigore, siamo rientrati in campo per il secondo tempo e si sarebbe dovuto continuare a giocare come si era fatto poiché si era dimostrato che giocando in una certa maniera si poteva fare male all’avversario e, invece, improvvisamente tutti tornano indietro, pensano solo a difendere, non siamo stati più lucidi, abbiamo perso la testa, si prendono due gol e poi si riprende a giocare e, come sempre, ormai è tardi. Non sono riuscito a far fare il salto di qualità dal punto di vista mentale alla squadra. Sarà inesperienza, dipenderà dalla personalità … non lo so, però, è da un po’ di tempo che mi faccio s…. (non si può scrivere la parola usata dal mister, ndr) mentali, che faccio elucubrazioni per cercare di capire. Mi sa che sarò io ad andare per primo dallo psicologo e non i giocatori. Sono due giorni che non dormo per questa cosa e mi sa che non riuscirò a dormire per altri due-tre giorni, ma sicuramente io non mollo e cercheremo di vedere che cosa bisogna fare. Evidentemente non sappiamo gestire certe situazioni. Ci può stare che una squadra come il Milan, o qualsiasi altra squadra, ti metta in difficoltà, ma in quei momenti dobbiamo essere più lucidi, avere maggiore personalità, saper gestire meglio le situazioni, non sbagliare troppi passaggi, ripartire, invece, non si fa niente, si subiscono gol e poi si riprende a giocare. Così non va bene, non va bene … peccato perché abbiamo buttato molti punti” sempre il mister granata dopo il pareggio con il Milan il sedici gennaio.
Sono solo alcuni esempi che, però, dimostrano che il Torino continua, nonostante gli sforzi ripetuti, l’utilizzo di giocatori differenti e anche il cambio di modulo dal 4-3-3 al 4-2-3-1, a incappare sempre nelle stesse problematiche. Domenica dopo il pareggio con il Crotone Mihajlovic ai microfoni di Sky ha detto: “Abbiamo fatto la partita che dovevamo, dominando per novanta minuti e creando tanto. Dovevamo essere più cattivi davanti, come sempre. Ma abbiamo sempre giocato senza perdere la testa. Nei due gol subiti ho visto errori individuali”. In tutta franchezza con la disamina dell’allenatore granata in molti avendo visto la partita non sono d’accorso, anche se si può capire perché nell’occasione il mister abbia usato la carota e non il bastone. I giocatori non devono deprimersi, hanno già dimostrato di essere fragili sotto quest’aspetto, perché nelle prossime partite affronteranno la Roma, la Fiorentina, il Cagliari e poi l’Inter e con due-tre formazioni più forti con le quale misurarsi se non si fronteggeranno con coraggio avranno perso prima ancora di scendere in campo. Sicuramente Mihajlovic è consapevole che se la squadra non gestirà meglio la palla, non difenderà di più la porta, non chiuderà le partite, non giocherà le gare come saranno preparate e non sbaglierà meno passaggi andrà incontro a sconfitte e questo comprometterebbe se non definitivamente comunque molto il raggiungimento dell’obiettivo finale: l’Europa League. Gli infortuni hanno complicato le cose, ma non devono essere un alibi perché gli errori erano commessi anche quando chi oggi è in infermeria era in campo. Non è il caso di cedere ad eccessivi allarmismi, ma si deve essere consapevoli che il momento è delicato, infatti, il Torino è scivolato dal sesto posto in coabitazione con il Milan all’ottavo superato da Sampdoria e Bologna, avrà anche un punto in più dei rossoneri, però, non conta nulla. Adesso il tempo per svoltare e superare gli errori c’è, ma non va sprecato.