Giancarlo Camolese: "Il Toro deve giocarsela gara per gara"
Abbiamo intervistato in esclusiva Giancarlo Camolese, ex giocatore attualmente è un allenatore, è docente alla facoltà di Scienze motorie e sportive dell’Università degli Studi di Torino ed è opinionista per Mediaset Premium. Con lui abbiamo parlato del Torino, che conosce molto bene avendovi giocato da calciatore e poi da mister ne è stato allenatore, e fatto il punto cogliendo l’occasione della sosta per le partite della Nazionale che fa terminare la fase di avvio del campionato.
Dopo sette partite un primo bilancio è possibile, quale Torino si ha di fronte?
“Otto punti, due vittorie, tre pareggi e due sconfitte con nove gol fatti e cinque subiti mi sembra che siano dei numeri buoni per una neo-promossa che ritorna in A dopo tanto tempo, perché dietro a questi numeri ci sono quasi sempre state delle buone prestazioni e quindi si può parlare di un inizio di campionato positivo”.
Sul piano del gioco c’è stata un’evoluzione rispetto all’anno scorso che ha portato la squadra ad adeguarsi alla massima divisione?
“Il Toro è una delle poche squadre della serie A molto caratterizzata perché Ventura ha continuato il lavoro dal punto di vista tattico, con piccole variazioni, che già aveva iniziato in serie B. Il gruppo sa quello che vuole l’allenatore e i calciatori sono stati scelti perché hanno determinate caratteristiche e la squadra prova ad esprimersi esattamente come aveva fatto in serie B, poi è chiaro che la qualità degli avversari è diversa, però il fatto che il Toro provi sempre a imporre il proprio gioco, per me, è una qualità positiva”.
In rosa ci sono trentadue giocatori, di cui diciannove finora hanno giocato almeno qualche minuto e in tutto ne sono stati convocati ventisei. Come organico non è un pochino ampio?
“Il campionato è lungo e ci sarà spazio per tutti per far vedere le proprie qualità, l’allenatore è molto attento e quindi i giocatori sanno che devono guadagnarsi il posto durante la settimana. Il discorso delle rose ampie vale un po’ per tante squadre e io dico sempre che i problemi per un allenatore ci sono quando non ha i giocatori e non quando li ha, è vero che bisogna gestirli però quando non si ha l’uomo per ricoprire un ruolo è peggio”.
Rispetto alle altre squadre che hanno come obiettivo la salvezza il Torino come si colloca?
“E’ un po’ presto per dirlo nel senso che quest’anno la serie A è - come si dice da più parti, ma è vero – molto molto equilibrata e tolte tre-quattro squadre che hanno maggiori qualità tutte le altre se la dovranno giocare partita dopo partita, quindi in questa incertezza può venir fuori qualsiasi tipo di campionato per tantissime squadre. Fino a un mese fa sembrava che già Pescara e Siena fossero destinate a una stagione con grandi difficoltà e invece adesso sono nel gruppone e lottano con le altre. Essendoci veramente tanto equilibrio c’è da giocarsela gara per gara anche per il Torino”.