ESCLUSIVA TG – Antonelli: “La trattativa per portare Mandragora al Torino è stata complessa. Lui è felice di giocarci”
Stefano Antonelli è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Antonelli è un agente di calciatori e intermediario di mercato e in passato nella stagione 2007-2008 è stato amministratore delegato del Torino. Con lui che con la sua agenzia, la Football Service, cura gli interessi di Rolando Mandragora abbiamo parlato della trattativa che ha portato il giocatore al Torino e quale contributo tecnico potrà dare alla squadra granata.
Come si è sviluppata la trattativa per portare Mandragora al Torino visto che è uno dei giocatori che mister Nicola aveva chiesto?
“La prima squadra che aveva chiesto Mandragora è stata la Fiorentina, ma in quel momento il giocatore non era cedibile per l’Udinese e c’era un vincolo di rapporto con la Juventus (detentrice del cartellino del calciatore, ndr) che prevedeva accordi specifici per cui non era facile la cessione. E soprattutto c’erano difficoltà dal punto di vista tecnico perché Rolando al ritorno dall’infortunio, avvenuto nel novembre scorso, ha sempre disputato tutte le partite a dicembre e gennaio ed era il giocatore più importante che aveva l’Udinese che era terzultima-quartultima e faceva fatica per cui Pozzo non voleva privarsi di un calciatore importante. Dopodiché si è palesato il Torino quando è arrivato Davide Nicola e abbiamo iniziato a ragionare sul cambio di squadra, ma lo abbiamo fatto inter nos prima di andare a interpellare l’Udinese. I ragionamenti che abbiamo fatto erano sia sul piano del prospetto tecnico sia su quello generale e tutto ci portava a pensare che la soluzione ideale fosse il Torino perché per Rolando il Torino ha blasone e una serie di cose che lo inducevano a dire che gli sarebbe piaciuto giocarci. Nel frattempo si è inserito il Cagliari in maniera molto potente e devo dire anche capace e per questo ho fatto i complimenti a tutti i dirigenti della società sarda. Sono stati incredibili e hanno messo in atto un “corteggiamento” strepitoso a Mandragora. Quando poi sia il Cagliari sia il Torino hanno trovato un accordo con la Juventus bisognava trovarlo anche con l’Udinese, che continuava a non voler cedere per nessun motivo il giocatore, e allora è stato Rolando la chiave di volta che ha sbloccato la situazione poiché ha chiesto in modo corretto, professionale e educato alla famiglia Pozzo di poterlo liberare”.
L’accordo tra la Juventus e il Torino ha livelli diversi e anche cifre variabili secondo quando avverrà il riscatto da parte del club granata, può spiegarcelo?
“L’accordo è molto più semplice di come può sembrare: se a fine stagione il Torino si salva, automaticamente è confermato un altro anno di prestito. E se poi anche nella stagione successiva, 2021-2022, i granata restano in Serie A, il Torino è obbligato ad acquistare il cartellino di Mandragora definitivamente alla cifra pattuita. Invece se, e non lo voglio neppure pensare così come non lo pensa Rolando, il Torino quest’anno o il prossimo non dovesse salvarsi, il giocatore tornerebbe alla Juventus”.
Il Torino ha Rincon, Linetty, Lukic, Baselli e Gojak, che hanno tutti caratteristiche tecniche diverse, come si può collocare Mandragora in questo centrocampo?
“Io non sono un allenatore e le decisioni le prende Davide Nicola che sa come mettere in campo la squadra nel miglior modo possibile, ma a mio avviso poiché il Torino in questo momento sta giocando con il 3-5-2 e Rincon fa il play, il mezzo sinistro lo fa Linetty e il mezzo destro Lukic la squadra con Mandragora ha la possibilità di fare anche il 3-4-1-2 con Lukic o Verdi nel ruolo di trequartista e con Rincon e Mandragora mediani con caratteristiche diverse. Rincon è un centrocampista di rottura, di grande interdizione e sicuramente non gli appartiene la costruzione del gioco o il lancio di sessanta metri all’esterno di parte opposta. Mandragora ha caratteristiche da intenditore e da costruttore e lui sì può fare il lancio di sessanta metri all’esterno di parte opposta, per cui ad esempio servire Ansaldi o Singo. Nel 3-5-2 Mandragora può fare il play o la mezzala sinistra. Passare da un assetto all’altro è anche facile perché una delle mezzali, e in questo caso potrebbe essere Lukic, può fare più un lavoro d’entrata. Senza dimenticare che c’è anche Baselli, un giocatore che a me è sempre piaciuto particolarmente ed è forte, ma a causa d’infortuni è stato abbastanza a lungo fuori e quando ritroverà la piena condizione sarà un ulteriore valore per la squadra. Il problema del Toro con il 3-5-2 è che se le mezzali non entrano, quindi non attaccano la profondità, non riesce quasi mai a riempire l’area di rigore e deve sempre aspettare che succeda qualche cosa con Belotti altrimenti nulla accade. Mentre Verdi, che mezzala non è, può fare il trequartista o la seconda punta. Il Torino, infatti, ha preso Sanabria perché giocando con le due punte con lui si ha l’alternativa alla vera punta perché se non c’è Zaza c’è appunto Sanabria che è comunque una punta e non è Verdi che fa la seconda punta e che ha anche un fisico diverso”.
Con Mandragora e Sanabria si sono aggiustati centrocampo e attacco, ma il problema del Torino che subisce troppi gol come si risolve?
“Sempre tenendo ben a mente che io non sono l’allenatore e che le decisioni spettano a Nicola, è importantissimo aver riabilitato Nkoulou, direi che è fondamentale. Perché è un giocatore forte e se anche va a scadenza a giugno, può dare il suo contributo fino all’ultimo. Basta pensare a Milenkovic, che è un calciatore straordinario, della Fiorentina anche lui è in scadenza, ma gioca sempre e dà il massimo. E la stessa cosa deve accadere con Nkoulou perché in questa fase lui fa la differenza perché è il difensore più forte che ha il Toro. Con lui e Mandragora, che possono impostare dalle retrovie, la squadra si può alzare anziché abbassarsi. Con Rincon, che è un mediano e di fatto un intenditore, spesso il Torino è stato molto basso, anche quando faceva il giro palla che con Giampaolo era spesso in orizzontale, quindi non andava molto in profondità e per questo Belotti indietreggiava a metà campo per prendere palla, mentre ora con Mandragora non dovrebbe più essere costretto a farlo”.
Quindici punti in venti giornate sono pochi, il Torino si salverà?
“Come ho detto prima, non voglio neppure pensare a una cosa diversa. Il Torino si è rinforzato e più giocatori forti ci sono, meglio è. Quindici punti in venti giornate è vero che sono pochi, ma ci sono altri che hanno fatto uguale o peggio. Adesso il Torino deve fare la corsa sulle altre squadre che stanno lottando per la salvezza, ma sono fiducioso e lo è anche Mandragora, che quando ha firmato l’ho visto felice”.