ESCLUSIVA - Asta: "Allo Stadium senza paura. Belotti? Il suo top club è il Toro. Vi racconto Singo"

05.12.2020 09:30 di  Emanuele Pastorella   vedi letture
ESCLUSIVA - Asta: "Allo Stadium senza paura. Belotti? Il suo top club è il Toro. Vi racconto Singo"
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Non è una partita come le altre, su questo Antonino Asta non ha il minimo dubbio. “Ma come si fa anche solo a pensare una cosa del genere? Il derby è speciale, è diverso, è unico – ci ha confidato uno dei collaboratori più fidati di Moreno Longo, l’ultima gestione prima dell’approdo di Marco Giampaolo – e non capisco come faccia qualcuno a metterlo sullo stesso piano delle altre partite”. In esclusiva, uno dei capitani più amati nella storia recente granata svela alcuni retroscena su Belotti e Singo, le due stelle di questo Torino, oltre a giocare in anticipo la stracittadina di oggi pomeriggio.

Come si prepara un derby?
“Non bisogna caricare troppo la squadra, ma cercare di toccare le corde giuste dei singoli giocatori: c’è un gap enorme da assottigliare, come tutti gli anni la Juventus parte con i favori del pronostico, ma il Toro deve presentarsi allo Stadium senza paura. I bianconeri hanno tanti singoli che sono dei campioni e possono risolvere la partita da un momento all’altro, per questo motivo non si può pensare di fare una gara solo di attesa. Quando si ha l’occasione per fare male, bisogna colpire: la squadra di Pirlo ha dimostrato di non essere insuperabile”.

Si era partiti con il 3-5-2 di Mazzarri, poi il suo con Longo, ora nuovamente con Giampaolo.
“Sembra paradossale ma è così, anche se ovviamente anche lo stesso modulo può essere interpretato in maniera diversa: ogni allenatore ci mette qualcosa di suo, come sta facendo adesso Giampaolo. Credo che si sia reso conto che con questo sistema di gioco la squadra possa rendere di più e meglio, anche perché durante l’estate la rosa non è stata stravolta per tutta una serie di motivi”.

I tanti gol subiti, però, restano: come se lo spiega?
“Il Toro non gioca male, il problema è che nell’arco dei 90 minuti accadono costantemente dei blackout: le prestazioni sono state buone, in alcuni casi, eppure i risultati non sono arrivati. C’è sicuramente un problema mentale che questi ragazzi si portano dietro da tanto tempo, serve una scintilla per mettere da parte tutte le negatività. Ma per quanto fatto vedere in questo inizio campionato, questa è una squadra che avrebbe meritato più punti rispetto a quelli che ha”.

Venendo ai singoli, come sta vedendo Sirigu?
“E’ un professionista esemplare, l’ho conosciuto di persona ed era il primo ad arrivare al Filadelfia e l’ultimo ad andare via, nonostante con una carriera come la sua non avesse nulla da dimostrare. Quando sbaglia un portiere, l’errore viene amplificato perché, molto probabilmente, ha subito un gol, mentre quando è l’attaccante a non segnare si può sempre rimediare. Non vedo nessun caso Sirigu, assolutamente: si riprenderà come ha sempre fatto”.

Si aspettava una crescita così di Singo?
“Su di lui ho un aneddoto da raccontare: nella scorsa stagione, io mi fermavo sempre un po’ di più con il ragazzo. E’ un esterno come facevo io, per questo lo prendevo da parte e gli insegnavo i trucchi del mestiere. Abbiamo fatto “ripetute” sui cross, ha ancora tantissimo da migliorare sotto tanti aspetti ma non dimentichiamoci che è pur sempre un 2000. Gli dicevo sempre che doveva liberare il suo motore, ha una velocità e una potenza che nemmeno lui sa di avere. Il Toro ha un vero tesoretto tra le mani”.

L’ultima domanda non può che essere su Belotti: lo vede ancora al Toro?
“L’ho visto lavorare, nei tanti anni in granata ha imparato davvero a incarnare lo spirito che questa maglia ha, che è diverso da tutte le altre. Segna con una regolarità impressionante, lo sa fare in tutti i modi e ora è a un passo da centrare quota 100 gol, numeri pazzeschi. Io lo vedo ancora al Toro, e vi dico anche il perché: so per certo che il suo top club è il Toro”.