Crisi? No, stanchezza fisica e un po' di fragilità psicologica? Sì
Fino almeno a questa sera il Torino è primo in classifica, dopo Pescara-Brescia si vedrà, comunque tutt’al più sarà secondo a una lunghezza dagli abruzzesi, certo è che alle spalle premono Verona e Sassuolo, rispettivamente con uno e due punti in meno. Questo a undici giornate dalla fine del torneo non è un risultato negativo, anzi. Il problema è che nell’ultimo periodo il Torino ha marciato più lentamente, mentre le altre concorrenti alla A diretta continuano il loro cammino a velocità sostenuta.
In assoluto i granata stanno viaggiando ad un ritmo di 2,03 punti a partita, il Pescara, ma con una gara in meno, è attestato sulla stessa media, mentre il Verona a 1,93 e il Sassuolo a 1,9. Se invece consideriamo solo il girone di ritorno la media punti a partita è un pochino differente: Torino 2, Pescara 2,4, Verona 2,1 e Sassuolo 1,9; i granata sono in calo (-0,3), i biancoazzurri (+0,1) e i giallo-blù (+0,8) in ascesa, i neroverdi stazionari. Dai dati è evidente che la squadra più in salute di tutte, in questo periodo, è il Verona. Il calo del Torino non è così clamoroso, per questo non si può dire che i granata siano in crisi, anche dopo la sconfitta con il Verona e il pareggio con la Juve Stabia, a suffragare questa realtà pure il numero di gol fatti e subiti: Torino, Verona e Sassuolo hanno realizzato 14 centri, mentre il Pescara 18 e incassato rispettivamente 9,6 e 8 reti e i biancoazzurri 9. Però è innegabile che, se con il Gubbio non arriverà una prestazione di tutt’altro tipo coronata dalla vittoria, allora saranno maggiori i dubbi sui problemi della squadra di Ventura.
I giocatori del Torino stanno vivendo un periodo di calo fisico, non tanto dovuto al fatto che nell’arco della partita inizino a ritmi elevati e poi rallentino, perché non è proprio così in quanto riescono a tenere un buon ritmo per tutti i novanta minuti più recupero, ma perché alcuni giocatori chiave, Ogbonna, Parisi, Iori, Stevanovic e Antenucci tanto per citarne alcuni, non hanno delle alternative, un po’ a causa degli infortuni e un po’ perché a gennaio non sono arrivati giocatori che da subito potessero fare la differenza. In più Bianchi non è il bomber delle stagioni passate e non c’è nessun altro attaccante di ruolo che a tre quarti del campionato sia arrivato in doppia cifra e si sa che per vincere occorre fare gol, quindi questo parziale deficit, seppur controbilanciato dall’aver la difesa più solida del torneo, pesa nell’economia globale. A tutto ciò va aggiunto che i granata, che sono un gruppo coeso, non hanno però un carattere così forte da essere incisivi nei momenti topici, prova ne è che in questa stagione in più di un’occasione avrebbero potuto allungare sulle dirette inseguitrici e non ci sono riusciti.
Sul piano della crescita la squadra di Ventura è passata dall’essere un insieme di giocatori a diventare un gruppo, ma deve ancora lavorare per acquisire quel tremendismo che le garantirebbe la giusta cattiveria per far si che l’avversario la tema e lei riesca ad imporsi sempre e comunque. Non è da sottovalutare la strategia che individua la miglior difesa nell’attacco, una maggiore grinta di qui a fine campionato potrebbe essere l’arma vincente per non dover raggiungere l’obiettivo faticando, ma in scioltezza, oltretutto i tifosi, che sono sempre dalla parte dei giocatori e lo hanno dimostrato ampiamente lunedì scorso con gli applausi a fine partita, apprezzerebbero molto.