Cosa serve al Torino per andare oltre il galleggiare? La risposta sta nel segreto di Pulcinella

Cosa serve al Torino per andare oltre il galleggiare? La risposta sta nel segreto di Pulcinella
Glorie Granata
© foto di Elena Rossin
sabato 1 giugno 2024, 11:45Primo Piano
di Elena Rossin
fonte Elena Rossin

La voce si alza dagli ex calciatori granata che tutti indistintamente chiedono che il Torino emerga da quell’anonimato che ha vissuto negli ultimi 19 anni e lo hanno detto senza mezzi termini mercoledì quando una sessantina di loro sono accorsi al Filadelfia per “La Partita della Leggenda” organizzata da Vertigo Spettacoli insieme all’Associazione Ex Calciatori Granata e al Museo del Grande Torino e della Leggenda Granata per raccogliere fondi in modo da portare al Fila il Museo del Toro. La partita ha visto in campo anche gli Artisti & Amici Granata ed anche loro hanno fatto la stessa richiesta. E pure chi non è potuto esserci quando è intervistato si sintonizza sulla stessa lunghezza d’onda.

Che alcuni si siano espressi con parole più decise e colorite o che altri abbiano preferito toni più soft la sostanza non cambia e dagli spalti i tifosi arrivati in massa hanno gridato ai loro idoli indimenticati “il Toro vero siete voi”. Perché anche buona parte dei tifosi granata vorrebbe che finalmente il Torino tornasse ad essere quello che, magari non vinceva lo scudetto, ma che comunque si piazzava in classifica in posizioni utili a disputare le coppe europee, all’epoca non ci andavano 8 squadre come oggi bensì molte meno, o che comunque riusciva a vincere i derby e a onorare la maglia e la Storia granata.

Alla “Partita della Leggenda” di pezzi da novanta ce ne erano eccome: da Claudio Sala a Enrico Annoni, da Pasquale Bruno a Angelo Cereser, passando per Renato Zaccarelli, Marco Ferrante e Natalino Fossati, senza dimenticare Luciano Castellini, Diego Fuser, Dino Baggio, Luca Fusi, Silvano Benedetti, Moreno Longo, Antonio Comi, Rosario Rampanti, Franco Semioli, Nello Santin, Luca Mezzano, Andrea Fabbrini, Ezio Rossi, Antonino Asta e tanti, tanti altri. E anche fra gli artisti e amici granata hanno voluto essere al Fila Jimmy Ghione con il figlio Gabriele, anche lui tifoso del Toro, Marco Ligabue, Dave e Luca dei Sensounico, Oscar degli Statuto, Marco Berry, Fabrizio Voghera, Dario Lambardelli di Rimozione Koatta, Riccardo Bacigalupo, pronipote di Valerio del Grande Torino e anche lui portiere, Massimo Wuoz e l’elenco continua molto lungo tanto che è impossibile citare tutti e che nessuno se ne abbia a male.

Ebbene ora inizia un nuovo ciclo al Torino Fc con Ivan Juric e il suo staff che lasceranno dopo tre anni con due tentativi sfumati sempre all’ultimo di riportare i colori granata in Europa. Arriverà un nuovo allenatore e ci sarà un’estate di più o meno di passione a seguire le tante voci di calciomercato che hanno iniziato a circolare già da tempo, soprattutto per i possibili big del Torino in partenza: su tutti Alessandro Buongiorno, l’unico che unanimemente tutti riconoscono come erede delle Glorie Granata. Nessuno chiede al presidente Cairo di svenarsi o di allestire una squadra che vinca lo scudetto, ma ex calciatori, artisti e tifosi vogliono una squadra che lotti sempre in campo e che sia in grado di raggiungere un obiettivo senza fermarsi a metà classifica. Una squadra che non si creda bella per i 18 clean sheet e che poi come contraltare annoveri 17 partite senza riuscire a segnare neppure un gol. Che magari vinca un derby, l’ultima volta risale al 26 aprile 2015 e quella precedente addirittura al 9 aprile del 1995. Che non perda o pareggi con chi retrocede o lotta per salvarsi, che i giocatori siano degni della Storia del Toro, magari provando a conoscerla almeno un pochino, e che non insultino i tifosi.

Insomma tutti vogliono che al nuovo allenatore sia consegnata in tempo utile a prepararla una squadra senza giocatori scommessa, adeguata al suo gioco e completa in tutti i reparti e che abbia anche riserve idonee, magari sacrificando qualche buon giocatore però reinvestendo quanto incassato per migliorare l’attuale rosa. E se poi a questo si aggiungesse il Museo al Fila, un vivaio che torni a sfornare giocatori che o restano oppure vanno comunque a giocare in Serie A e una società ben strutturata e che incarni i valori granata proprio non guasterebbe.
Il segreto di Pulcinella è: partendo proprio dai valori granata si può riavere un Torino in grado di andare oltre il galleggiare, lo insegnano la Storia del Toro e chi ne ha fatto parte.