Con il Milan è dal centrocampo che dovranno arrivare risposte

Verticalizzare, effettuare il giropalla in velocità e in movimento, mettere nella condizione gli attaccanti di pensare più al tiro in porta e meno al sacrificio sono i compiti che attendono il Torino sabato sera contro il Milan.
09.09.2013 11:37 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
Con il Milan è dal centrocampo che dovranno arrivare risposte
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Il passaggio del Torino ad un altro assetto tattico iniziò proprio con il Milan nello scorso campionato. Il cambio del modulo fu adottato perché quel Torino era in difficoltà e stava dilapidando quanto aveva ottenuto in precedenza così da mettere a rischio una salvezza che poteva essere molto tranquilla e invece non lo era più. Visto che la squadra aveva amnesie difensive Ventura decise di proteggere il più possibile il reparto arretrato che subiva gol ogni qual volta abbassava la guardia. Dal cinque maggio scorso il Torino non ha più adottato il 4-2-4 ed è passato al 3-5-2 o per meglio dire al 5-3-2, però finora non è riuscito ad assimilare perfettamente il nuovo modulo, seppur la campagna acquisti estiva sia stata improntata a reperire giocatori che fossero funzionali a questo tipo di gioco. Sabato sera i granata si troveranno nuovamente di fronte il Milan, che almeno un gol l’ha segnato ogni volta che in questo inizio di stagione è sceso in campo in partite ufficiali.

 

Con la difesa a cinque davanti a Padelli il Torino numericamente è più che coperto e solo errori individuali e movimenti collettivi non del tutto confacenti lo mettono nella condizione di subire le incursioni degli avversari, quindi sono altri i reparti che devono apportare il loro contributo per rendere il risultato positivo. E’ fin troppo facile dire che è il reparto offensivo quello che deve fare il suo dovere realizzando gol senza avere una mira difettosa. Però il reparto offensivo nel gioco di Ventura è il primo che in fase di non possesso palla deve contrastare gli avversari e in fase offensiva troppo spesso la manovra richiede che, ad esempio, Immobile stia troppo distante dalla porta avversaria rendendolo meno lucido al momento del tiro finale o non facendolo neppure arrivare a calciare in porta. L’utilizzo di Cerci in posizione di seconda punta ne vanifica in parte la grande capacità di accelerare sulla fascia per poi accentrarsi e andare personalmente al tiro o servire un compagno meglio piazzato. Larrondo finora non è riuscito a scrollarsi l’etichetta di giocatore che ha numeri però è poco prolifico e Meggiorini è un altro che si dà un gran da fare, ma che dal punto di vista balistico non raccoglie quanto semina.

 

Ecco che quindi per contrastare Balotelli, Robinho, Matri, Kakà, El Shaarawy e Niang, poco importa chi partirà titolare e chi potrebbe subentrare, c’è bisogno che il Torino non solo non commetta errori individuali e collettivi, ma che produca un gioco che impedisca al Milan di agire efficacemente e qui entra in ballo il centrocampo, il fulcro di ogni manovra e il luogo dove si decidono veramente le partite. Se il centrocampo non ha problemi anche il resto della squadra non ne avrà. Che nella rosa del Torino non ci sia un uomo che abbia nel suo dna le caratteristiche per piazzarsi davanti alla difesa e impostare un azione verticale è assodato e quindi troppo spesso si predilige il gioco per vie orizzontali cercando di aggirare gli avversari schierati in difesa, questo modo di agire finora il più delle volte non si è rivelato produttivo soprattutto se di fronte si avevano squadre di caratura tecnica superiore. Gli sforzi dei centrocampisti dovranno inevitabilmente aumentare in modo che gli attaccanti si sacrifichino di meno e possano essere più prolifici e più vicini alla porta. Il giropalla non deve essere a lungo effettuato dai difensori, ma lasciato ai centrocampisti che lo devono svolgere in velocità e non attendendo la palla dal compagno prima di muoversi, ma al contrario spostarsi preventivamente in modo da essere nella posizione più idonea per ricevere, così come chi è in possesso del pallone non deve stare fermo come una statua e studiare il piazzamento dei compagni prima di effettuare il tiro, dando così agli avversari il vantaggio di sapere quale sarà il giocatore che verrà servito. Basha, Bellomo, Brighi, Cerci, El Kaddouri, Farnerud e Vives, chi di loro sarà scelto da Ventura per contrastare il Milan dovrà prendere per mano la squadra e condurla per agire e non farle subire il gioco dell’avversario, cercando di contrastare e sperando poi di riuscire ad arrivare dalle parti della porta di Abbiati e sfruttare il fatto che i rossoneri non sono perfetti nel reparto difensivo, soprattutto negli esterni. Solo con una prova magistrale del centrocampo il Torino potrà contrastare il Milan e Ventura dovrà trovare soluzioni per far sì che i suoi uomini in mezzo al campo si trovino nelle migliori condizioni per giocare, altrimenti la partita non avrà storia e saranno i rossoneri a spuntarla alla fine esattamente come accadde il cinque maggio scorso, quando il Torino tenne sì testa al Milan, ma furono i rossoneri a conquistare i tre punti.

 

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