Che iella: continua l'emergenza da infortuni
Il Torino ha la difesa più solida del campionato con ventidue gol subiti in trentun partite, ma sabato con il Gubbio riuscirà Ventura a mandare in campo quattro calciatori per formare la barriera a protezione di Benussi? Si spera, a oggi non c’è altra risposta. Iniziamo con le buone notizie: Darmian, Glik e D’Ambrosio stanno bene, ovvero due terzini destri e un centrale cioè quasi mezza difesa, poiché Di Cesare ancora ieri ha svolto un programma personalizzato; mentre l’altra metà è un’incognita. Ogbonna l’altro ieri aveva accusato un dolore all’inguine e ieri si è allenato a parte, quindi resta da valutare se sarà possibile mandarlo in campo fra tre giorni e se il responso medico in tal senso sarà positivo bisognerà vedere se renderà al meglio per novanta minuti. Pratali, il suo sostituto, ha una miosite post elongativa del muscolo soleo e del gemello destro che lo obbliga a svolgere un lavoro differenziato per una settimana, di conseguenza niente Gubbio e molto probabilmente anche niente Empoli. Parisi ieri in un contrasto in allenamento ha rimediato una forte contusione alla caviglia sinistra e perciò anche lui è sotto stretta osservazione da parte dello staff sanitario granata. Masiello continua a lavorare a parte come il giovane Chiosa. Zavagno, e qui si ritorna alle buone notizie, è tornato in gruppo, ma visto che pure lui è al rientro da un infortunio non può garantire la tenuta per tutto l’arco della partita. Che dire …. sperare che gli acciaccati si rimettano subito e che nessun altro incappi in inconvenienti fisici.
Vista l’ecatombe in difesa ci si può consolare con gli altri reparti. dove la situazione è in netto miglioramento, perché a parte Suciu e Verdi, tutti gli altri sono arruolabili da mister Ventura. Certo arruolabili non significa che tutti sono al top della condizione, ma almeno ci sono. L’attenzione dell’allenatore e dei tifosi si concentra soprattutto su Guberti e Pasquato, il primo guarito dal grave infortunio di metà settembre e il secondo non ancora visto, se non in allenamento, da quando a gennaio è approdato in granata. Da entrambi, se dovessero essere utilizzati anche solo per uno spezzone di gara, non si può pretendere chissà che, però sarebbe molto importante un loro contributo positivo, perché il punto di vantaggio sul Pescara va mantenuto e per farlo è necessaria una vittoria. Stevanovic nelle ultime gare ha reso meno perché affaticato e in particolar modo con la Juve Stabia è apparso in difficoltà, ma c’è da dire che giocava a sinistra e quando viene posizionato su quella fascia non rende al meglio, anche se sia il giocatore sia Ventura sostengono che lui può giocare indifferentemente su entrambe le fasce, però la realtà finora ha evidenziato che così non è: va bene il sacrificio quando c’è emergenza tuttavia se si vuole ottenere il meglio dal serbo è opportuno schierarlo a destra. Oduamadi, anche per la sua giovane età, non ha ancora quella continuità per reggere da titolare un’intera stagione e alterna prestazioni buone ad altre in tono minore e anche lui, come tanti compagni, in più momenti di questo campionato ha dovuto fare i conti con gli infortuni e questo lo ha molto condizionato, suo malgrado, sul piano della continuità di crescita e di rendimento. Discorso simile a quello per il nigeriano può essere fatto per Surraco, che avendo tre anni in più ha maggiore esperienza, ma la sua carriera è già stata costellata da più di un infortunio importante che ha impedito all’uruguaiano di sfruttare appieno le sue doti di rapidità e di capacità di saltare l’uomo nell’uno contro uno. Iori contro il Gubbio rientrerà dopo aver riposato per una giornata e potrà riprendere le redini del centrocampo. Gli altri centrocampisti e attaccanti stanno bene, ogni scongiuro è lecito, e potranno e dovranno contribuire a conquistare i tre punti sabato.
Undici gare separano il Torino dal ritorno in serie A dopo tre anni di permanenza fra i cadetti. Undici gare da giocare con il massimo impegno e la più grande determinazione dal fischio iniziale al triplice finale, tutti avranno l’obbligo di lottare su ogni pallone, di andare in soccorso, sia in fase offensiva sia in quella difensiva, del compagno che ha la palla in modo da creare superiorità numerica in ogni zona del campo. A tre quarti del campionato è ovvio che gli avversari abbiano preso le misure dei granata e ne conoscano pregi e difetti, per cui è inevitabile che serva uno sforzo ulteriore sul piano tattico per far si che il gioco del Torino riesca a sorprenderli e allo stesso tempo risulti incisivo nello scardinare i muri difensivi, creando gli spazi per le verticalizzazioni in modo da arrivare non solo a creare palle gol, ma a mandarle in rete. Non è necessario un gioco spettacolare, che comunque non guasterebbe, ma è fondamentale un gioco redditizio sul piano dei punti conquistati. Nessuno pretende che il Torino giochi in velocità costruendo una fitta rete di passaggi che determina sempre non solo la superiorità numerica, ma anche un avanzamento verso l’aerea avversaria e poi un tiro al bersaglio nella porta altrui. Tutti sanno che questo Torino, con tutto il rispetto, è anni luce distante dal Barcellona e non si avvicinerà mai alla strapotenza della squadra catalana, ma nel suo piccolo deve e può comportarsi da capolista della serie B non solo per vincere questo campionato, ma anche per porre lo scavo che dovrà accogliere le fondamenta in vista di riuscire a disputare degnamente la serie A.