Cairo: “Lo Zenit con noi ha sfigurato. Il Toro ha dominato”
Il presidente del Torino Cairo ha commentato la partita d’Europa League con lo Zenit vinta dalla sua squadra, seppur il risultato di uno a zero non sia stato sufficiente per passare il turno. Queste le sue dichiarazioni:
E’ terminata agli ottavi l’avventura del Torino in Europa League. C’è del rammarico?
“Sicuramente sì, ma la cosa buona è che è stata disputata una partita di altissimo livello, lo Zenit non l’ho quasi visto, ha creato pochissimo e viceversa noi abbiamo fatto gol e vinto la partita e creato tante palle gol che purtroppo non sono entrate. Non so se il gol di Glik (49’, ndr) era da annullare e ci poteva essere un rigore nella stessa azione, ma comunque sia quel che è fatto è fatto, però la cosa di cui è bello essere orgogliosi è che è stata disputata una grande partita e il Toro ha giocato dal primo minuto all’ultimo con la voglia di vincere e ha di fatto dominato perché lo Zenit non l’ho visto tanto”.
C’è più rammarico per la gara d’andata o per non aver segnato prima oppure per non aver sfruttato l’occasione al novantesimo?
“Io alla fine delle partite non ho più rammarichi, lo ripeto, la cosa bella è stata che si è vista una squadra che aveva voglia di vincere e ha giocato per questo stando in campo in modo compatto, i giocatori giocavano uno per l’altro facendo cose importanti con un avversario come lo Zenit che è sicuramente titolato e ha giocatori di qualità. Per la partita di ritorno non c’è rammarico, è evidente che la gara d’andata ha un pochino compromesso la qualificazione, ma ieri sera si poteva tranquillamente recuperare, il secondo gol non è entrato, però di un soffio. Adesso bisogna voltare pagina e dedicarsi al campionato abbiamo undici partite e dobbiamo cercare di fare veramente qualche cosa d’importante”.
Il pubblico alla fine ha applaudito come se aveste passato il turno.
“Bellissimo, veramente. Ero commosso, ho visto i giocatori andare sotto la Maratona e poi sotto la Primavera e devo dire che mi ha toccato, è stata una scena veramente bella da vedere”.
Promette ai tifosi che non passeranno più vent’anni prima che il Torino torni a giocare in Europa?
“Io ho imparato a non fare promesse, la cosa migliore, secondo me, è fare dei fatti, poi non è tutto così facile e automatico. Lo Zenit con noi ha sfigurato, non ho visto una squadra all’altezza del blasone che ha e che fattura 150 milioni rispetto a noi che ne fatturiamo un terzo, sono valori in campo che si vedono, meglio che non si vedono, ma che possono vedersi perché hanno disponibilità economiche estremamente maggiori, infatti, hanno preso giocatori come Hulk. In Russia hanno delle condizioni fiscali per cui è molto conveniente prendere certi giocatori perché la fiscalità è al 13% e non al 43% com’è in Italia. Noi oggi dobbiamo continuare a fare il percorso che abbiamo cominciato quatto anni fa e che è mano a mano progredito: lo scorso anno siamo arrivati settimi e in Europa League e quest’anno abbiamo effettuato un cammino bellissimo in coppa vincendo otto partite sulle quattordici disputate e con due sole sconfitte e una in dieci uomini a San Pietroburgo, quindi direi che abbiamo onorato l’Europa League e anche la maglia del Toro, ritornata in Europa facendo qualche cosa d’importante. Adesso dobbiamo intanto concentrarci sul campionato per cercare di fare benissimo in queste ultime undici partite e poi vediamo dove arriviamo”.
Sull’onda di quello che ha detto in estate allestire una squadra che possa competere senza dover parlare neppure di piccoli rammarichi non sarebbe indispensabile?
“Parliamo delle undici partite che dobbiamo disputare”.
Giusto per non far cadere nel vuoto l’esperienza di questa Europa League.
“Non facciamo cadere niente, nessuno vuole far cadere nulla”.
Il Parma è stato dichiarato fallito dal tribunale, voi domenica dovrete affrontarlo, ma è giusto sportivamente tenere in vita la squadra fino a fine stagione?
“Non lo so, questa è una vicenda triste, commentarla diventa difficile. E’ un peccato perché è brutto che i dipendenti e i giocatori non siano pagati. Se un giocatore ha un contratto l’ha ottenuto non perché ha puntato la pistola bensì perché con qualcuno l’ha concordato. Ho visto l’elenco dei debiti ed è veramente un peccato, 218 milioni di cui 63 con i calciatori o comunque con i tesserati, quindi è una cosa veramente notevole. Dispiace molto e ci devono essere dei controlli più stringenti, così com’erano una volta e oggi non sono più”.