Belotti non si faccia venire l’ossessione per la Nazionale

Le mancate convocazioni in Nazionale finora hanno poi condizionato il rendimento del “Gallo” con il Torino.
18.03.2019 15:19 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Andrea Belotti
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Andrea Belotti
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Essere convocati in Nazionale è l’aspirazione che, giustamente, deve avere qualsiasi calciatore. Giocarci, nel senso di scendere in campo in partite ufficiali, è il massimo. Se poi se ne diventa anche un punto un punto fermo allora si assurge all’olimpo del calcio. E’ comprensibile quindi che Andrea Belotti ci rimanga male se non è convocato, soprattutto, se sta vivendo un periodo di ottima forma, come l’attuale, e se segna con regolarità, come gli era capitato nei precedenti due turni di campionato. Non deve,però, il “Gallo” permettere che una mancata convocazione condizioni il suo rendimento nel Torino cosa che purtroppo puntualmente gli capita.

Sabato sera, infatti, il suo rendimento con il Bologna è stato inferiore alle aspettative e, guarda caso, non era stato convocato in Nazionale dal Ct Roberto Mancini, che, invece, aveva chiamato i suoi compagni Sirigu e Izzo. Non è la prima volta che questo capita. Quando l’Italia non si qualificò per il Mondiale in Russia Belotti patì tanto il non poter partecipare alla massima kermesse del pallone. Questo condizionò, oltre all’infortunio, le sue prestazioni nella scorsa stagione e di conseguenza un rendimento sotto gli standard e segnare un numero modesto di gol finirono per allontanarlo dalla Nazionale.

Belotti non deve trasformare la giusta e legittima voglia di far parte della Nazionale in un’ossessione. Altrimenti entra in un circolo vizioso che lo danneggerà e oltretutto così finirà per danneggiare anche il Torino di cui è giocatore di massimo spicco e capitano. Far bene nel Torino è il primo passo per essere convocati in Nazionale, ne va da sé, ma Belotti sa perfettamente che se le sue prestazioni in granata sono sotto la sufficienza ha ancor meno possibilità di segnare e un attaccante che realizza pochi gol ha pochissime chance, se non nessuna, di indossare la maglia azzurra.
Il Ct poi è libero di scegliere i calciatori che ritiene più adatti al suo gioco e di conseguenza può anche non convocare un giocatore che sta facendo bene nel club d’appartenenza. Lo stesso Paolo Pulici, il bomber del Toro di tutti i tempi, che in carriera segnò 142 gol in serie A dei quali 134 nel Torino (172 in totale con la maglia granata) in Nazionale non giocò moltissimo, infatti, indossò la maglia azzurra 19 volte e per lo più disputò partite amichevoli.