Alessandro Buongiorno ha dimostrato quali sono gli ideali granata e che i giovani hanno valori
24 anni compiuti lo scorso 6 giugno, una famiglia alle spalle che lo ha allevato con sani principi, una testa pensante collegata al cuore, essere del Toro, essere un professionista serio. Questo è Alessandro Buongiorno vice capitano del Torino. Assumersi la responsabilità di dire no al trasferimento ad un’altra squadra consapevole del fatto che il tuo club non avrebbe incassato una discreta sommetta di denaro, di rinunciare a un bel gruzzolo garantito dal nuovo contratto fino al 30 giugno 2028, di non approdare in una squadra che di certo lotterà per posizioni superiori alla tua e disputerà l’Europa League non è proprio poco, è tantissimo. Ma abbandonare a campionato già iniziato la squadra per cui si tifa e nella quale si è cresciuti calcisticamente dall’età di 8 anni, con una parentesi per farsi le proverbiali ossa, sarebbe stato molto, molto, molto di più. E allora Alessandro dopo averci riflettuto - di certo la sua laurea in economia e commercio con una tesi sul “Marketing emozionale nel calcio: l’esempio del Torino FC” ha avuto il suo peso - ha detto di no al passaggio all’Atalanta.
Si parla tanto di “cuore Toro” di “maglia granata”, di “avere il sangue granata”, di “ideali del Toro, di “essenza granata”, di Grande Torino, di capitan Valentino Mazzola, di capitan Giorgio Ferrini, di Gigi Meroni e chi più ne ha, più ne metta. Ma quante volte si è veramente consapevoli del significato profondo di essere del Toro? Ebbene il no all’Atalanta di Buongiorno è la dimostrazione di tutto ciò. Qualcuno potrà dire che se anziché all’Atalanta il trasferimento fosse stato a qualche club più prestigioso con annesso stipendio superiore a 1,4 mln, quello messo sul piatto dai bergamaschi, Alessandro avrebbe detto sì. Forse, ma non è questa l’argomentazione giusta perché a un fatto concreto c’è stata una risposta concreta. Il fatto: 17 mln di euro al Torino più il prestito di Soppy, comunque arrivato ieri, e il cartellino di Zapata, manca ancora l’ufficialità però dovrebbe anche questa concretizzarsi nelle prossime ore prima della chiusura del calciomercato alle 20, e per lui un contratto fino al 30 giugno 2028, la stessa durata temporale del rinnovo col Torino fatto lo scorso 12 luglio però con un più basso stipendio ammontante a meno di 1 mln. La risposta: no grazie, resto al Toro. Magari un domani andrà via, ma oggi è rimasto ed è questo quello che conta.
Quante vote si è sentito dire “i giovani di oggi non hanno più valori”? Trattasi di frase fatta e Buongiorno ha dimostrato che non è così: magari alcuni giovani non ne hanno, ma altri li hanno eccome. Se i valori vengono insegnati e dimostrati con esempi concreti, come è avvenuto per Alessandro da parte della famiglia e di chi come Silvano Benedetti lo ha portato al Torino, allora sono recepiti e poi messi in pratica. Ale Bongio non ha tatuaggi, è un calciatore che ha studiato e che lo farà ancora per conseguire la laurea magistrale, è un grande lavoratore e chi lo ha visto allenarsi anche una sola volta lo ha capito, è una persona che vuole crescere e migliorarsi, è un ragazzo che fa un uso moderato e consapevole dei social, è educato, gentile, disponibile e sempre sorridente, è coerente, si è scelto una fidanzata che non corrisponde allo stereotipo della wags, quando parla prima riflette e poi dice e non risulta banale. Così su Instagram scriveva Buongiorno quando ha indossato la fascia da capitano del Toro: “Con questa maglia ci sono cresciuto. Con questi colori ho provato delle emozioni uniche. Da torinese, da bambino che sognava di diventare calciatore, poter indossare questa fascia è motivo di grande orgoglio. Dire grazie non basta, serve ripagare sul campo, con sudore e impegno” (https://www.instagram.com/p/Ci-YSioMxqk/). E di certo se negli ultimi due campionati la difesa del Torino è risultata la quinta migliore della Serie A è anche merito suo. E quanto ha appreso nel Torino e il costante impegno lo hanno portato alla Nazionale maggiore che con lui in campo lo scorso 18 giugno ha ottenuto il terzo posto nella Uefa Nations League. Quando il 4 maggio ha letto i nomi dei caduti a Superga ha poi così commentato: “Ho sognato questo momento tante notti prima di oggi. L’emozione che ho provato mi rimarrà nel cuore per tutta la vita” (https://www.instagram.com/p/Cr1Su4Yq3Bf/?img_index=1). Nel momento che la Nazionale maggiore lo ha incluso: “L’ITALIA CHIAMÒ” (https://www.instagram.com/p/Cto1EZIqmsB/). Parole da capitano a fine stagione: “Ci abbiamo messo cuore e sacrificio. Ci abbiamo messo carattere e orgoglio, siamo stati bravi a rialzarci quando abbiamo toccato terra, abbiamo dimostrato costanza per lunghi tratti della stagione. Siamo cresciuti, nel singolo e come gruppo, e vogliamo che questo percorso di maturità continui. Si chiude, personalmente, un anno sportivo davvero emozionante, e voglio ringraziare tutti coloro che ne hanno fatto parte” (https://www.instagram.com/p/CtwyYq5J-m5/).
Il Torino stava per sacrificare Buongiorno e avrà anche perso soldi dalla mancata cessione all’Atalanta, ma ha guadagnato una cosa che non ha prezzo: un giocatore e un giovane uomo che ha messo al primo posto il bene del Toro e i valori granata e della vita. Grazie Ale.