Al Torino si lascino stare cuore e maglia granata e si sia professionisti

Prestazioni molto inferiori alle legittime aspettative che si ripetono nel tempo fanno mettere in discussione i giocatori.
27.02.2018 07:00 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Al Torino si lascino stare cuore e maglia granata e si sia professionisti
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Dopo il derby di fatto non giocato per un’ora al cospetto di una Juventus con più di una seconda linea e con un Higuain che ha lasciato il campo dopo quindici minuti il minimo sindacale era per il Torino giocare con il Verona, penultimo in classifica, facendo prevalere i venti punti in più che aveva prima dell’inizio della partita al Bentegodi e, invece, è stato disputato un primo tempo inguardabile e una ripresa appena meglio, ma con la dabbenaggine di subire il secondo gol e la più che meritata sconfitta finale. A una squadra che da inizio stagione getta alle ortiche punti su punti, a prescindere da chi la allena, è inutile chiedere che ci metta anima e cuore o che giochi per rispettare la maglia, ma è doveroso pretendere che i calciatori si comportino da professionisti quali sulla carta sono in quanto disputano un torneo professionistico. Per quello che si è visto in campo nelle ultime due partite, giusto per circoscrivere il discorso, più che vedere dei professionisti si sono visti dei mollaccioni pasticcioni che avrebbero sfigurato anche fra i dilettanti.

I tifosi, magari non tutti perché c’è sempre chi trova giustificazioni a tutto anche a ciò che è ingiustificabile, sono veramente delusi e parecchio scocciati e al rientro della squadra a Torino domenica lo hanno detto chiaramente ai giocatori. Quanto sia servito e se siano stati ascoltati lo si capirà domenica pomeriggio quando al Grande Torino si disputerà la partita con il Crotone, altra formazione in piena lotta per non retrocedere e che arriva dalla sconfitta con la Spal che ha ridotto a una sola lunghezza il distacco dal terzultimo posto. Lasciamo anche perdere il peso che possono avere le parole e le aspettative dei tifosi - sono pur sempre i clienti del calcio e se non esistessero o non seguissero più anche la squadra e la società non esiterebbero, giusto per puntualizzare – ma trattandosi di lavoratori devono rispondere al loro datore, come accade in qualsiasi ambito lavorativo, e a Cairo che gli paga lo stipendio come giustificano prestazioni molto inferiori al livello minimo che si può oggettivamente pretendere da loro? Che nessuno si sogni di paralre di scorie dovute alla sconfitta nel derby r di perdita di autostima perché a livello professionistico è una scusa che non sta in piedi, quando mai un impiegato, un operaio, un medico o un ingegnere potrebbe avvalersi di una tale giustificazione? Se uno in ambito lavorativo sbaglia una volta e continua a sbagliare nel tempo ne paga care conseguenze arrivando anche al licenziamento, a meno che non sia un super raccomandato. Quindi, basta scuse perché i calciatori sono profumatamente retribuiti in buona parte anche a prescindere dall’età, dall’esperienza maturata e dai successi conseguiti. Se sono professionisti nel prendere lo stipendio, devono esserlo anche nella resa in campo.

Nel post partita capitan Belotti ha detto, fra le altre cose, commentando la sconfitta: “Durante la settimana avevamo preparato la partita con attenzione. Poi in campo non ci siamo trovati” (parole riportate da Tuttosport del 26 febbraio 2018 a pagina 17 in un articolo a firma Camillo Forte). Premesso che chi scrive non ha nessuna intenzione di ragionare su quanto detto da Belotti per accusare il capitano oppure girargli contro il discorso, ma com’è possibile che in settimana si prepari bene una partita e poi la domenica in campo non ci si trovi? Non ci si trova alla ventiseiesima giornata in un contesto dove agiscono professionisti? Ma siamo sicuri che in settimana la partita sia sta veramente ben preparata o si è solo creduto di prepararla bene? A questo punto dopo tante prestazioni sottotono e il cambio di allenatore queste domande sono legittime e non si può non porsele, anche perché dichiarazioni post partita di questo tenore a fronte di brutte prestazioni e punti gettati alle ortiche, anche con avversari oggettivamente meno forti e ben più in basso in classifica, se ne sono già sentite e non poche volte. Una sola cosa si pretende d’ora in avanti dai giocatori del Torino: in partita si comportino da professionisti.