Al Torino continuano gli allenamenti a porte chiuse ma è difficile comprenderne la ragione

La squadra di Mazzarri è dal dodici marzo che si allena “blindata” senza far entrare i tifosi a vederla al lavoro.
10.05.2018 13:30 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Al Torino continuano gli allenamenti a porte chiuse ma è difficile comprenderne la ragione
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Il Torino ormai non può più modificare la sua classifica e alla fine del campionato, fra due giornate, chiuderà questa stagione, che non ha portato l’Europa League come si sperava all’inizio, al decimo posto, massimo nono in coabitazione con la Sampdoria, però, solo se i blucerchiati perderanno con Napoli e Spal e i granata vinceranno con Spal e Genoa. Anche in mancanza di obiettivi raggiungibili la squadra, però, continua ad allenarsi a porte chiuse ormai dal dodici marzo e questo lascia sconcertati i tifosi.

E’ vero che Mazzarri sin dall’inizio da allenatore del Torino nella conferenza stampa dopo la partita con il Bologna il sei gennaio scorso mise le cose ben in chiaro riguardo agli allenamenti a porte aperte o chiuse: “Per come la vedo io a me piacerebbe fare sempre allenamenti a porte aperte se fossi sicuro che chi viene a vedere l’allenamento è un tifoso del Toro, ma quando ci sono le porte aperte vengono anche emissari di altre squadre e poiché io lavoro sulla tattica non voglio dare vantaggi agli altri. Credo in quello che faccio e spero di dare vantaggi al mio Torino, alla mia squadra e penso che anche i tifosi vogliano questo, perché se non diamo vantaggi e poi vinciamo avendo chiuso le porte credo che ai tifosi potrebbe andare bene lo stesso. Il motivo di chiudere le porte, se lo farò, è solo perché non vorrei mai che quello che prepariamo in settimana venisse visto dalla squadra avversaria, non ci sono motivi diversi. Mi raccomando divulgate questo messaggio perché so la storia poiché mi è già successa altrove dove ho allenato. Non chiudo le porte perché non voglio far vedere l’allenamento ai tifosi, ma è solo perché vogliamo che quello che facciamo e come prepariamo tatticamente la partita, guardando gli avversari e cercando di metterli in difficoltà con degli accorgimenti, non sia conosciuto dai nostri avversari. Se si potesse controllare, ma non è fattibile farlo, che ogni persona che entra è uno di noi andrebbe benissimo e farei gli allenamenti a porte aperte, ma in mezzo ai nostri può entrare qualcuno degli altri per vedere che cosa facciamo, se cambio modulo o se non lo cambio ma cambio movimenti per adattarli agli avversari. Mi sono dilungato su questo  per spiegarlo bene perché ci tengo che sia tutto chiaro”.

Oggi pensare che il Torino dia vantaggi agli avversari aprendo le porte degli allenamenti pare un tantino eccessivo proprio perché si è a fine stagione e la classifica granata non è più mutabile e i prossimi due avversari sono assolutamente alla portata trattandosi di una squadra, la Spal, alla ricerca degli ultimi punticini per avere l’aritmetica certezza di restare in serie A e il Genoa, ormai salvo da un po’ di tempo e che non potrà insidiare proprio il Torino al decimo posto poiché pur essendo undicesimo ha, però, sette punti in meno e ne restano a disposizione solo sei. Sicuramente la Spal si presenterà al Grande Torino agguerrita visto l’obiettivo che ha, ma non si può neppure pensare che il Torino non abbia la capacità di avere la meglio, anche in assenza di traguardi da raggiungere e in una stagione con in proporzione più ombre che luci. E se anche per tutta la settimana emissari della Spal avessero potuto vedere tutti gli allenamenti fatti fare da Mazzarri domenica pomeriggio il Torino avrebbe avuto l’obbligo di scendere in campo e di giocare mettendo in campo la superiorità tecnica che ha in modo da avere la meglio a prescindere dal vantaggio dell’avversario che avrebbe conosciuto modulo, schemi e movimenti.

Mazzarri ha tutto il diritto di decidere se far disputare gli allenamenti a porte aperte o chiuse perché nel calcio sono sempre gli allenatori a essere messi per primi sulla graticola e a pagarne le spese con l’esonero se le cose non vanno come si vorrebbe e, di contro, troppo spesso se tutto va bene il merito ricade soprattutto sui giocatori e viene anche attribuito alle lungimiranti mosse della società, però, in certi casi derogare dalle porte chiuse sarebbe un bel regalo per ricambiare l’affetto dei tifosi che nonostante tutto non viene mai meno se non in rarissime occasioni.