Ziliani demolisce Cairo: "Dirige il club facendo i conti della serva"

Paolo Ziliani, profondo conoscitore di calcio e dei personaggi che popolano quel mondo, oltre che forma de Il Fatto Quotidiano, oggi su X demolisce Urbano Cairo paragonandolo a quello che non ha ottenuto in quasi 20 anni di presidenza, paragonandolo ad Aurelio De Laurentiis che invece nello stesso periodo ha riportato il Napoli dalla C a vincere due scudetti. Ecco un estratto del suo pensiero: "Un presidente-proprietario che da vent’anni dirige il club facendo i conti della serva, unicamente spaventato dal perdere soldi, inconsapevole del lignaggio di una leggenda immortale qual è il Torino che quest’anno ha portato all’11° posto, un anno fa al 9° e andando a ritroso al 10°, ancora al 10°, al 17°, al 16° e via di questo passo nella più completa e avvilente mediocrità. Un presidente-proprietario che non dico rivinca uno scudetto 50 anni dopo l’ultimo di Pulici e Graziani (1975-76), ma che ci porti ogni tanto a fare un giro in Europa, si accorga dell’esistenza di un bravo direttore sportivo come ad esempio Sartori, ingaggi un bravo allenatore come ad esempio Gasperini, scucia qualche milione scommettendo su una giovane promessa come Barella o come Tonali, vinca non ogni anno, ma basterebbe ogni tre anni un derby con la Juventus, faccia la polvere alla sala trofei portando in bacheca una nuova coppa qualsiasi, anche miserrima, e soprattutto ricordi al mondo che il Torino esiste ancora".
Poi ancora: "Quel che sta facendo la Gazzetta dello Sport in questi giorni, i giorni che seguono la fine dell’ennesimo, desolante campionato disputato dal Torino, ha dell’incredibile (stavo scrivendo: dell’inqualificabile). Con un pelo sullo stomaco da Guinness dei Primati è iniziata infatti la messa in croce (o alla gogna, fate voi) del povero allenatore Paolo Vanoli - quello cui Cairo vendeva sotto il naso a inizio campionato i migliori giocatori senza nemmeno avvisarlo -, licenziato all’indomani dell’ultima partita Torino-Roma 0-2 e additato al mondo come unico responsabile del tragicomico campionato conclusosi all’11° posto (come se fosse una novità)". E conclude così: "Se nel calcio esistesse l’Oscar per la Peggiore Calamità che a un club possa accadere, a Urbano Cairo dovrebbero dare due statuette: una come Peggiore Calamità 2024-25 e una alla carriera. Per acclamazione".
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