Un presidente straniero E' la prima volta in serie A
PER LA PRIMA volta il presidente è straniero. E’ anche il proprietario e mostra un volto: insomma, un evento inedito in A. Il nostro campionato è stato solo in un’altra occasione terra di conquista per la legione straniera.
Spesso, invece, è stato usato come un giocattolino per improbabili abboccamenti, rivelatisi puntualmente dei buchi nell’acqua. Rezart Taçi appare in prima persona, diversamente dalla società finanziaria britannica Enic, che nel 1996 rilevò il Vicenza palesandosi con contorni indefiniti. La dirigenza (che aveva quote anche di Slavia Praga, Aek Atene, Basilea e Rangers) nominò presidente Paolo Scaroni, ma il vero punto di contatto in Italia era Sergio Gasparin, direttore centrale dello “sviluppo calcio”. Altra storia quella dell’avvocato John Tacopina,
braccio destro del magnate americano George Soros.
Circa un anno fa si annunciò come presidente operativo del nuovo corso romanista. Contemporaneamente Soros, manco a dirlo, smentiva qualsiasi interesse. Trattativa sfumata. Inesistente, invece, l’interesse arabo attorno a Milan, secondo il presidente Berlusconi. Effettivamente siamo abituati ad altro: presidenti plenipotenziari che polemizzano, filosofeggiano e si innamorano dei propri giocatori sono un simbolo del made in Italy: Taçi è pronto a raccogliere la sfida?