Toro: sfiga o Lerda? Lerda o sfiga?

04.03.2011 09:38 di  Marina Beccuti   vedi letture
Fonte: Federico Freni per www.carlonesti.it
Toro: sfiga o Lerda? Lerda o sfiga?
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© foto di Alberto Mariani

Una partita discreta, iniziata bene, terminata in crescendo fino al novantatreesimo minuto. Il tutto contro un avversario più forte tecnicamente, tatticamente e caratterialmente. Il Toro meritava il pareggio. Un pareggio che, considerato il trend iniziale ed il trend finale, poteva addirittura stare leggermente stretto, soprattutto pensando all’incredibile colpo di testa di Bianchi uscito di un niente. Poi, il contropiede atalantino e un gol dai 20/23 metri che ha del miracoloso. Palo-gol di Bonaventura, un tiro difficilissimo da prendere e ancor più arduo da eseguire. Un tiro che se riprovato altre 100 volte non credo finirebbe dentro la rete avversaria, specie se scagliato da quella posizione e con un uomo davanti. Incredibile. Setacciare colpe dopo una gara del genere non mi sembra giusto né tantomeno logico. Molti tifosi se la stanno prendendo con Lerda imputandogli il cambio Lazarevic-Gabionetta. Francamente Lazarevic non ha giocato così bene da giustificare tanto acredine nei confronti di una scelta che, a mente fredda, non pare così campata per aria. Lazarevic provava lo spunto in velocità ma nella ripresa ha giocato maluccio e non ha mai messo una palla decente in mezzo per gli attaccanti. Il ragazzo è bravino, questo si, ma non affonda. Prendersela con Lerda per averlo tolto dal campo mi pare una esagerazione spinta dalla rabbia emotiva di una sconfitta bruciante. Il punto, invece, è un altro. Il Toro, dopo 29 partite di campionato, non gioca come ci si sarebbe aspettati con l’ingaggio di un allenatore come Lerda. Il quale, ora, paga anche lo scotto di essere inesperto e poco carismatico. Lacune, queste, che tuttavia già a priori erano state pronosticate dalla dirigenza granata e dagli addetti ai lavori ma che si sperava potessero essere sopperite dalla costruzione (finalmente) di un impianto di gioco ben delineato e specifico che permettesse alla squadra granata di possedere un’identità concreta e precisa. Un architrave su cui fondare la squadra per poi ritrovarselo, mantenendolo, anche nella massima serie. Adesso, invece, siamo al punto di partenza. Il Toro gioca come se in panchina ci fosse un “Papadopulo qualunque” ma senza l’esperienza né tantomeno il carisma del Papadopulo o del Colomba o del Cagni di turno. Che fare, dunque? Forse sarebbe meglio cambiare allenatore. Ma la scelta non è affatto facile ed io stesso non mi sento sicuro di quello che sto scrivendo. In fin dei conti, se la partita fosse rimasta ancorata sull’1-1 questo commento cadrebbe in un ‘nonsense’. Però se il massimo a cui ragionevolmente il Torino può aspirare in questo maledetto campionato di serie B è quello di agguantare la zona play off, credo che poi, proprio in questa particolare fase caratterizzata da scontri diretti di andata e ritorno, vi sia la necessità di grande esperienza e carica motivazionale nel “manico” di una squadra. Tutte doti che attualmente non riconosco in Lerda. Quindi…alla fine, pieno di dubbi e con grande rammarico, sono portato all’idea di sostituire l’allenatore. Forse...