Toro, è una questione di testa?

13.02.2012 13:48 di  Marina Beccuti   vedi letture
Toro, è una questione di testa?
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Flavio Bacile

 

Forse è proprio una questione di testa, forse non lo è mai stato, ma semplicemente il Toro ha pagato un periodo di appannamento fisico che in un campionato cosi lungo ci può anche stare. Contro la Nocerina, il Toro è tornato Toro, almeno per i primi quarantacinque minuti, giocando a calcio come spesso sa fare, rischiando qualcosa in più in difesa, ma creando veramente molto. Se il primo tempo non si è chiuso con un risultato più ampio, alla fine, è stato solo per un caso, perché Bianchi, Antenucci e lo stesso Vives, autore del secondo gol, hanno avuto sul piede la palla per chiudere il match già nella prima frazione.


Senza dubbio, dall’ultima prestazione, quella interna contro il Vicenza, il Toro è cresciuto, soprattutto come squadra, con gli attaccanti che davanti alla porta hanno sempre cercato il compagno meglio piazzato. Cosa che non era successa nella partita precedente, fatta eccezione per la splendida palla data da Antenucci a Meggiorini. Contro la Nocerina Antenucci, per quanto mi riguarda il migliore in campo, ha messo prima Bianchi, poi Stevanovic, infine Vives davanti alla porta, lo stesso Bianchi nel primo tempo e in area di rigore, ha messo a terra due ottimi palloni per il compagno meglio piazzato, e Stevanovic, finalmente tornato sulla destra, non solo ha lavorato per i compagni, ma ha anche avuto la possibilità di concludere a rete nel migliore dei modi. Insomma a volte sono i giornali che si “inventano” dualismi assurdi, altre volte sono proprio i giocatori, con le loro prestazioni, ad alimentarli. Contro la Nocerina è stato un Toro diverso, nessuno tirerà fuori storie assurde, ne sono certo.


Bisogna anche dire, per onestà intellettuale, che se il Toro ha disputato una buonissima partita, quella di Autieri tatticamente ha sbagliato molto, regalando intere praterie agli uomini di Ventura. Chi ha visto giocare il Toro conosce la forza distruttiva dei granata negli spazi, recuperare palla e trovare la porta con due o tre passaggi è una cosa che gli uomini di Ventura fanno quasi alla perfezione, specialmente quando qualcuno glielo concede. Non è un caso che dopo il quarto d’ora di appannamento, o di appagamento, dopo il tre a zero, i granata abbiano ricominciato a creare occasioni dopo il gol di Castaldo, con la Nocerina sbilanciata in attacco. Ma il Toro fortunatamente non è solo contropiede, è anche tanto possesso palla, inserimenti dei centrocampisti senza palla, profondità degli esterni e tanto altro ancora, insomma il frulla-frulla che tanto piace.


Ora il posticipo contro la Sampdoria, una partita che all’andata ha profondamente cambiato il destino delle due squadre, con la Samp caduta in un “baratro”, cambio dell’allenatore, polemiche e tanto altro, ed il Toro di Ventura che ha cominciato a volare. Lo dico subito, se c’è il Toro in campo, quello che vuole Ventura, non ce n'è per nessuno, questo, con il massimo rispetto per l’avversario. C’è da sperare che questa volta l’arbitro sia veramente il migliore in campo, perché nessuno mi toglie dalla testa che con “l’arbitro migliore in campo” Torino-Brescia sarebbe finito in un altro modo, gol di Arma compreso.


Questione di testa o calo fisico, a questo punto poco importa, quando il Toro vince tutto sembra diverso.