Torino, il futuro che sarà

09.04.2012 15:32 di  Marina Beccuti   vedi letture
Fonte: www.srweb.eu
Torino, il futuro che sarà
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© foto di Federico De Luca

Nelle giornate di festa o meglio nel momento in cui ci si rilassa, cioè quando i problemi di ordine pratico vengono accantonati per un attimo ... non troppo se no qui si rischia di morire di fame ed è meglio di no ... si è portati a ragionare sui massimi sistemi.

Verrebbe la voglia di parlare un po' di politica anche se definire tale il "movimento" che dobbiamo costantemente mantenere è un'impresa impossibile ... ma occupandoci di sport e di calcio in particolare rimaniamo in questa sfera.

Il Toro, pur criticato, veleggia in acque discretamente tranquille, tre punti dalla seconda con una partita da recuperare (quasi vinta) sono comunque un bottino discreto per chi solo la scorsa stagione pesava i punticini come un chimico, riducendosi all'ultimo secondo ad essere sbattuto fuori dall'ultimo posto dei Play, da quel Padova con lo stadio un po' gaglioffo.
La differenza sta proprio qui, il Padova è a dieci punti di distacco (sempre con una partita in più del del Toro) e Rino Foschi mastica amaro insieme a Dal Canto, mentre guardano il quasi fallimento del loro progetto.

La riflessione consiste in questo: il futuro!

Cairo ha capito, dopo innumerevoli sbagli, che bisognava costruire partendo dalle fondamenta e non dalla terrazza ed i risultati si vedono ... ora bisogna pensare al futuro prossimo ma anche a quello che sta un po' più in la e quindi programmare per bene, con oculatezza e lungimiranza.

Il Pres. ha già sprecato una grande occasione, ma lui è un uomo fortunato e la vita (calcistica) gli propone una seconda possibilità ... e non è una cosa che capiti a tutti, anzi.
La squadra è cresciuta il gioiello, Ogbonna, blindato ed il suo Mister, che fa della libidine sportiva il suo motto, ha voglia di fare, di continuare e di raggiungere obiettivi.

Bisogna costruire e bisogna farlo su più fronti.

La squadra il prossimo anno, ispirandosi al Chievo ed all'Udinese e non al Novara ed al Cesena, bisogna metterla in piedi ma contemporaneamente bisogna fare dell'altro.
Petrachi, il tanto criticato Petrachi, secondo noi ha grandi capacità ... ha fatto le nozze con i fichi secchi la prima mezza stagione, ha sbagliato la seconda affidandosi ad un condottiero che riusciva a malapena a condurre l'auto al campo dall'allenamento (Lerda aveva buone idee ma ragazzi con quel carattere è difficile metterle in evidenza ... vedeva nemici da tutte le parti) e quest'anno sta riuscendo nell'impresa che sembrava impossibile facendo tutto di testa sua.

Il futuro che sta un po' più in la invece richiede altri tipi di programmazione ... quel futuro si chiama stadio!

I gobbetti, lo ammettano anche loro, sfruttando (bravi loro) tutte le possibilità che il potere della famiglia regnante gli concedeva, per un pugno di dollari hanno acquisito un'area mostruosa sul limitare della foresta cittadina, ci hanno costruito una bella villa con tanto di orpelli per gli "amici" ed ora si godono i risultati.
Anni di programmazione e lavori.

A Firenze, con la squadra che va male i Della Valle ci stanno riuscendo anche loro e presto (qualche anno) avranno una società che vale qualche cosa per davvero (soldi veri) e non solo un marchio con giocatori in affitto.

La partita si gioca qui ... chi avrà il suo stadio ed il suo campo d'allenamento, chi riuscirà a fare soldi con questi e con tutto quello che circonda il calcio, cioè operazioni di Cross Marketing fra sponsor per i tifosi, chi sfrutterà al meglio il Merchandising legato alla squadra, chi gestirà la comunicazione nel modo migliore, cioè non solo televisioe ma anche New-Media e Social Network ... sarà un passo avanti.

Certo poi gli utili andranno reinvestiti nel modo migliore ... guardiamo ai Pozzo ad Udine, a furia di operazioni stile Sanchez, ma quanto cavolo riescono a guadagnare ... e tutti a stupirsi perchè ogni anno tirano fuori dal cilindro qualche nuovo giocatore, qualche gallina dalle uova d'oro.
Sono tutti loro i giocatori emergenti ... tranne uno o due che sono dei gobbetti (Vidal ad esempio)... ma che rete di osservatori hanno messo in piedi? E poi ci credono e sganciano al volo quei 100/200 mila per assicurarsi il ragazzo-campione.

Ecco qui la riflessione sul futuro: Squadra accettabile, Stadio, Centro Sportivo, corretta gestione a 360°, osservatori e settore giovanile.
Tutto fattibile e niente d' impossibile e se pensiamo che 50 anni fa il Toro era già così ci viene un po' di tristezza.

Ma il Toro è come il suo Presidende (Lucky Man) ed ha ancora una possibilità e la speranza di tutti "a questo giro" è che  non venga sprecata.

Ora basta riflettere se no sulla griglia di Pasquetta brucia tutto!


GMC