Torino, Cairo: "La mia posizione non è cambiata"
Sulla contestazione Cairo ha dichiarato alle pagine di tuttosport:
"Era la prima volta che ci allenavamo qui da quando siamo retrocessi e la gente, giustamente, aveva ancora voglia di sfogarsi, di manifestare rabbia e dolore per la B. Non mi fa piacere, ma capisco i tifosi. Ripeto, queste reazioni sono normali, specie in una piazza passionale. Se retrocedi hai sempre torto. Accetto senza fare drammi, ce lo siamo meritato, siamo finiti in B".
Alla domanda se avrebbe messo in vendita il Toro, dato che aveva dichiarato, che il giorno in cui avrebbe avuto la piazza contro sarebbe andato via, Cairo risponde:
"Non ho perso la passione. In 4 anni ci ho messo tutto l'entusiasmo che avevo per compiere qualcosa di positivo, ogni scelta è stata fatta in buona fede e per il bene del Toro. Pure per troppo amore: certe operazioni di mercato le ho realizzate per compiacere i tifosi. Ho fatto e farò tutto ciò che posso per il Toro. Ma sempre in relazione con le mie possibilità economiche, che non sono illimitate, e con il fatturato del club, che è ridotto. Non posso condurre la campagna acquisti del Real Madrid, non sono un miliardario, uno sceicco o un petroliere russo. Le mie risorse sono limitate. Il Toro non è mio per l'eternità, il Toro non è intoccabile. Se qualcuno è molto più forte, ricco e bravo di me, si presenti. Io non dirò ostinatamente no. Ma è anche vero che per ora non ho avuto richieste particolari. Esaminerei il candidato, nel caso. E non sarei mai una palla al piede del Toro. Una zavorra. Non voglio vendere la società, ma nemmeno pongo limiti o preclusioni. Detto questo, non mollo e mi accollo tutti gli oneri della retrocessione. Questo è anche il significato della campagna abbonamenti, con la mia foto e la maglia granata addosso. Non mollo, resto qui con voi, anche se la B mi costa molto. Tra costi, ricavi e plusvalenze, siamo sempre sotto 14,5 milioni. Non certo pochi. Comunque resto felice di andare avanti. La mia posizione non è cambiata. Già un anno fa in Sardegna dicevo che ero pronto anche a vendere, nel caso in cui si fosse presentato qualcuno più bravo e ricco".