Torino, Beretta: "Savio fa al caso nostro"
© foto di Giacomo MoriniMario Beretta non fa drammi e aspetta il mercato. Nonostante il tempo a disposizione non sia infinito: «Dobbiamo lavorare, tanto. E fare punti, subito». Smentita, dal tecnico, ogni possibilità di stravolgimenti: « Di certo faremo qualcosa, in entrata come in uscita, ma nessuno qui ha mai parlato di rivoluzioni».
Beretta, lei ha in mano il Toro da appena tre settimane. Può tracciare un primo bilancio?
«Dal punto di vista dei risultati il bilancio è negativo. L'aspetto positivo però c'è: ho trovato una squadra che ha tanta voglia di lavorare. E ora come ora di lavoro ce n'è parecchio da fare».
Le linee guida del mercato di gennaio sono state tracciate.
«Con Cairo e Foschi ci sentiamo ogni giorno e tutti noi abbiamo le idee chiare, ma è evidente che se è difficile il mercato a luglio, lo è ancora di più a gennaio».
Allora cosa manca al Toro per decollare?
«Abbiamo individuato le carenze del gruppo. Ora sarà premura della società individuare le soluzioni».
Nomi non ne vuole fare, allora uno lo facciamo noi: Savio. Il giudizio di Beretta?
«È un elemento interessante, che ha caratteristiche adatte e utili al nostro tipo di gioco. Può fare al caso nostro: e se non fosse apprezzato, non saremmo in ballo per aggiudicarcelo ».
Savio è un nome in entrata. Di Di Michele invece si è parlato di possibile partenza.
«Con la società non abbiamo mai parlato di Di Michele. È chiaro però che in questo mondo il mercato, per media e procuratori, inizia con un mese d'anticipo e tutti si scatenano. La situazione è in divenire, ma lui è un professionista e non ne risentirà, in ogni caso ».
Il suo compito appare arduo anche al più inguaribile degli ottimisti. Quanto conta allora il lavoro di un tecnico in una squadra nel 2010?
«È una questione annosa. Non so in quale percentuale conti l'allenatore, ma di fatto credo per noi sia fondamentale soprattutto la società: più il club dà forza al tecnico e più sarà importante il suo ruolo».
Quando vedremo allora il Toro di Beretta?
«Spero presto. Qualcosa si è visto nel primo tempo col Sassuolo, ma è troppo poco, non è sufficiente: spero di vedere presto la mia filosofia in campo, d'altronde tempo ce n'è, ma bisogna fare in fretta e fare punti, senza dire e sperare che prima o poi arriveranno».
Altrimenti sarà ancora fallimento, con i tifosi giustamente inferociti.
«E proprio a loro voglio fare i miei auguri, sperando che il 2010 inizi bene e prosegua nel migliore dei modi. L'unica cosa che posso promettere, però, è che ce la metteremo tutta: se finora abbiamo dato il cento per cento, ora daremo il 150 per cento».