Rubinho: "Dopo la parata su Sansovini ho detto grazie a Dio"
E' stato fuori per diversi mesi, anche se l'inizio dell'avventura in granata non era stata delle migliori. Un problema al collo lo ha tenuto lontano dalla sua porta per troppo tempo, ma ora è tornato e non ha nessuna intenzione di mollare la presa. Rubinho è stato uno dei protagonisti della gara contro il Portogruaro, parando il rigore di Sansovini. Intervistato dal Tuttosport, il brasiliano ha parlato della sua fede, del suo attaccamento alla religione e del suo momento in granata. "Ho ringraziato Dio quando ho parato il rigore: certo. Ho ringraziato Dio per quel momento. Solo lui sa quanto ho sofferto negli ultimi mesi e dopo quella parata gli ho detto grazie. Sono cristiano-evangelico, sono un Atleta di Cristo. Da noi in Brasile si dice: se sei a Roma devi essere romano. E allora se sono a Torino mi devo adattare alla mentalità torinese, cercando di fare bene il mio lavoro e di avere sempre il giusto equilibrio nella vita privata".
In maniera più particolare, il portiere brasiliano racconta che: "Per noi Gesù è stato ed è il nostro unico salvatore. Noi non crediamo ai Santi e ai simboli della Chiesa cattolica, ma solo al Vecchio Testamento. Non conoscevo Gesù. L’ho incontrato un pomeriggio a casa di mio fratello, in uno dei periodi più delicati della mia esistenza. Io stavo per sposarmi con la ragazza che oggi è mia moglie, Karina, ma i miei genitori non presero tanto bene quella notizia. Vivevo ancora in casa, passai tre o quattro mesi in cui più di una volta rischiai di esplodere. In quel famoso pomeriggio andai a casa di Zé Elias, mio fratello, per vedere i nipotini e lì partecipai con Karina a una riunione, un Culto come diciamo in Brasile, per ringraziare Gesù. Mio fratello ci disse: aprite il vostro cuore e Gesù risolverà i vostri problemi e nel giro di due mesi l’atteggiamento dei miei genitori cambiò".