Premier League, porte chiuse e niente pub. E Pep chiede lo stop delle gare
Come riporta l'edizione odierna del The Times, storico quotidiano londinese, l'emergenza coronavirus colpisce, come prevedibile, anche il calcio d'Albione. Dopo le parole di Richard Horton, firma principale dell'autorevole edizione scientifica Lancet, che ha duramente attaccato il primo ministro locale, il tory Boris Johnson, accusandolo di avendo messo a rischio le vite dei cittadini britannici come "giocando alla roulette", non scampa alla serrata il più importante campionato di calcio del mondo. Gare di Premier League a porte chiuse, e divieto assoluto per i pub di trasmettere le partite al proprio interno, tradizione esportata in tutto il mondo proprio dalla terra di Vittoria e delle Elisabette. Agevolazioni, inoltre, per quando riguarda la programmazione oraria del calendario, e per gli abbonati.
Autorevoli reazioni dal mondo del calcio inglese, i cui protagonisti definiscono per lo più "doverose" le misure adottate. Alcuni volti noti, uno tra tutti Pep Guardiola, auspica che si arrivi a sospendere direttamente i campionati, Premier League, inclusa, invocando la necessità della presenza del pubblico perché lo svolgimento delle gare non perda di senso, né la propria raison d'être. Gli fa eco Gary Neville, mentre Gary Lineker, stella del calcio inglese tra gli '80 e i primi '90, volto storico di "Match of the Day" e della BBC, dal proprio profilo Twitter, seguito da circa 7 milioni e mezzo di utenti, evidenzia come la chiusura delle attività sportive a livello globale (senza peraltro risparmiare una stoccata al presidente statunitense Donald Trump) sia ormai "inevitabile".