Paolillo: "Coronavirus, bloccare tutto lo sport. Abolire Euro 2020"

11.03.2020 20:00 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Tmw Radio e Tmw
Ernesto Paolillo
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Ernesto Paolillo
© foto di Alberto Fornasari

Il dirigente e direttore sportivo Ernesto Paolillo è intervenuto a TMW Radio, durante la trasmissione “Maracanà”, per parlare del tema del momento, ossia del Covid-19 e le conseguenze nel mondo del calcio e dello sport in generale.

Coronavirus, ma la Uefa si pronuncerà a breve?
"Io penso che sia arrivato il momento che tutti prendano le dovute decisioni. Innanzitutto perché è impensabile che si vada avanti così, con uno che gioca e uno no. Si sta creando caos. La decisione più saggia è far capire la gravità della situazione, bloccando tutto lo sport. Facendo finta di niente, andando avanti, molti possono sottovalutare i pericoli della vita quotidiana. Facendo saltare per un anno la coppa europea e fermando i campionati, non succede niente. L'Europeo si può far posticipare. E' una decisione grave, ma va fatta. Non si interviene perché si spera che intervenga qualcosa che faccia andare avanti. Ci sono molti interessi in ballo. Bloccare, vuol dire rinunciare a certi investimenti. Il rischio è che la Uefa prenda la decisione solo quando ci sarà un caso positivo di Coronavirus in una squadra importante. Ma dobbiamo arrivare a quel punto?".

Manca una persona, a tutti i livelli, che ha la forza di bloccare tutto?
"Una normativa dell'Uefa e del Cio vuole che in nessun Paese la politica deve entrare nello sport. Il ministro può chiedere, non può imporre nulla. Questo è un dramma. Non potendo fare questo, c'è bisogno che qualcuno che è al vertice della Federazione o della Lega,che dica 'decido io e basta'".

Cosa farebbe con il campionato?
"La soluzione più sportiva sarebbe quella di trovare il modo di continuare e l'abolizione dell'Europeo contribuirebbe in positivo. Così si allungherebbe il campionato. Ogni altra soluzione sarebbe contrastata. Se aspettiamo che in Lega si mettano d'accordo su quale criterio seguire, non ne usciamo più".