Nesti, Torino: una corazzata per i playoff

30.01.2011 16:58 di Raffaella Bon   vedi letture
Fonte: di Federico Freni per carlonesti.it
Nesti, Torino: una corazzata per i playoff
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© foto di Alberto Mariani

Il pareggio della squadra granata non è da buttare e non è da ascrivere all'ennesima occasione persa come tante altre volte è accaduto in questa stagione. Pareggiare a Crotone ci può stare, poche storie. Ci può stare soprattutto se si sfiora il palo della porta avversaria in più di un occasione, se si creano molteplici situazioni di potenziale pericolo e se l'avversario centra il gol del vantaggio temporaneo con un eurogol. Certo, col senno di poi (ma anche di prima, considerato quello che aveva combinato all'andata – altro gol da cineteca) a Cutolo non doveva essere lasciato lo spazio per tirare in porta. E sempre a voler fare il professorino, mi piacerebbe chiedere a Zanetti perché diavolo ha tenuto le mani in aria mentre si trovava dentro la propria area di rigore con il pallone in possesso del suo dirimpettaio (gesto istintivo? La prossima volta Lerda lo ammanetti con le mani dietro la schiena prima di farlo entrare). Ma disavventure del meno nobile dei zanettiani a parte, ci sono alcune altre valutazioni di più ampio respiro che mi conducono all'ottimismo. 1) Lerda non è così testardo e integralista sul piano tattico come temevo. Sia chiaro, un bel po' lo è, non c'è dubbio…ma non fino alla cecità estrema. Ha abbandonato realmente il suo 4-2-3-1 a favore di tre uomini a centrocampo, un trequartista puro e due punte, una accanto all'altra. La scelta, in virtù di un mercato di gennaio che non può non essere valorizzato, è quella vincente. La speranza è che persegua questa strada e continui così… .

Sabato pomeriggio, durante la gara, la paura personale più grande era proprio quella che un eventuale risultato nefasto avrebbe riportato Lerda ad una brusca retromarcia. Duttilità e flessibilità caro Franco. Duttilità e flessibilità, duttilità e flessib…emh…proseguiamo. 2) Il nuovo schieramento garantisce a Bianchi minor solitudine la davanti e a Budel di potersi esprimere con maggior tranquillità, senza doversi occupare strenuamente della fase di interdizione. Ebbene, si contesterà che però il risultato non è stato all'altezza delle aspettative e che tutti questi cambiamenti non hanno prodotto effetti diversi dal solito. Errore. Antenucci è ancora al 50 % della condizione. Fra due settimane ne riparleremo. Budel sta lentamente prendendo confidenza con i nuovi compagni e con una categoria certamente diversa dalla serie A. Dare tempo al tempo e aspettare che i nuovi si inseriscano. Non c'è nessun treno che sta scappando, anzi, rallentano tutte le concorrenti. Mettiamoci in testa un concetto fondamentale: e cioè che questo Toro non potrà mai arrivare nelle prime due posizioni in questa stagione perché soltanto adesso, grazie a questa finestra di mercato, si è avvicinato a Siena e Atalanta, che nel frattempo hanno accumulato dieci/dodici punti di distanza. Per cui se toscani e lombardi scappano, facciano pure. Il Toro fin da ora, deve puntare a vincere i play off. Ha tutto per riuscirci, anche perché ora la rosa è davvero competitiva. Molto competitiva. 3) Direttamente conseguenza di quanto sto scrivendo lancio un appello. Sono stufo di sentire tifosi granata affermare che i giocatori sono "scarsi, scarponi, brocchi" ecc ecc. Non sono assolutamente d'accordo. Per un semplicissimo motivo: non lo sono per la categoria in cui giocano. Anzi, sono forti. Molto forti. Per la serie B, sia ben chiaro. Una categoria, questa, dove nessuno gioca bene. Nessuno. La corsa, l'organizzazione, il pressing, il caso, le mischie e le deviazioni configurano e marchiano la serie B. E se basta uno come Gasbarroni a fare la differenza quando mostra un briviolo di qualità, si capirà bene quanto il livellamento verso il basso sia concreto. Ebbene, in un panorama modesto ma reale e oggettivo come questo, quando il Toro presenta tra le sue fila gente come Bianchi, Antenucci, Budel, Gasbarroni, Ogbonna, Garofalo, Rubinho, De Vezze, Iunco, Obodo e Sgrigna (si, anche gli ultimi due, nonostante non stia facendo bene), non possiamo continuare a dire che questa squadra sia scarsa o abbia dei giocatori brocchi. E' assurdo sostenerlo e non realista. Il Toro è una Formula 1 da serie B che deve obbligatoriamente raggiungere la promozione. Né Novara, Varese, Livorno e Padova possono reggere l'urto della rosa granata. Il tutto, considerando sempre Siena e Atalanta ravvicinati a livello di organico ma ormai irraggiungibili a meno di clamorosi black out.


Ah, ultima considerazione. Alla domanda - ma se anche il Toro sarà promosso, con questa squadra dove volete che si vada l'anno prossimo? - rispondo: male che vada si retrocederà. Ma preferisco sempre e comunque un anno in serie A tra San Siro, la Favorita e il San Paolo di Napoli, piuttosto che lo Scida (con tutto il rispetto) di Croton