Nesti Channel - Juve scatenata... Toro deprimente!
Rifilando quattro sberle al Milan nel posticipo, la Juve si guadagna il ruolo di anti-Inter e conquista l'ottava vittoria nelle ultime nove gare di campionato. Il Toro tornato sotto la guida di Novellino, invece, è riuscito a fare peggio dell'ultimo targato De Biasi, subendo cinque gol in mezz'ora nello spareggio salvezza di Bologna.
In una sfida da fuori i secondi, la Juve ha messo sotto gli avversari sul piano del ritmo, dell'intensità e della forza fisica, dopo aver retto l'urto iniziale del Milan. Il solito Del Piero si è conquistato e ha trasformato il rigore che ha sbloccato la partita, dopo che i rossoneri hanno trovato il pari con Pato, la Juve è stata bravissima a trovare subito il secondo vantaggio e ad insistere, con uno scatenato De Ceglie (che ha rilevato l'infortunato Nedved) bravissimo nell'innescare Amauri nell'azione del 3-1.
Chiellini ha comandato la difesa con la consueta padronanza, aggiungendoci un gol pesantissimo, Marchisio in mezzo al campo viaggiava al doppio della velocità di Pirlo e di un Emerson ormai svuotato di energie, Sissoko ha fatto valere la sua strapotenza fisica, a sinistra De Ceglie ha fatto impazzire l'ex Zambrotta, fino a costringerlo al secondo giallo. Proprio questo episodio ha deciso il risultato perché in avvio di ripresa, dopo aver ridotto le distanze con Ambrosini, il Milan sembrava poter arrivare al pareggio, ma una volta in superiorità numerica la Juve ha dilagato. Con un Amauri che ha fatto valere le sue doti atletiche e acrobatiche contro i marmorei difensori rossoneri. Cui, se potesse essere già tesserato, sarebbe utilissimo il nuovo acquisto Thiago Silva.
E a chi sottolinea che al Milan mancavano, tra i tanti, Gattuso, Kakà, Nesta, Bonera e Flamini, va ricordato che da tempo la Juve gioca senza Buffon, Trezeguet e Camoranesi e nel posticipo doveva fare a meno anche di Legrottaglie. I bianconeri hanno dimostrato di saper gestire meglio le assenze e l'emergenza, grazie anche alle indovinate scelte di Claudio Ranieri. Quello che saprà dare Walter Novellino al Toro lo capiremo solo nelle prossime settimane: lo attende un compito difficile e un duro lavoro, come ha ammesso lui stesso dopo il naufragio di Bologna. Di sicuro, chi pensava che i mali granata si annidassero in panchina dopo sabato avrà capito che è nella testa dei giocatori che bisogna entrare.
Forse servirebbe il professor Freud per capire cosa prende ai calciatori del Toro nei secondi tempi. Per 45 minuti il Bologna era stato messo sotto, c'era stato il gol di Barone e se il guardalinee avesse visto bene sul colpo di testa di Natali… Ma quando nella ripresa si prendono cinque reti in poco più di mezz'ora, quattro delle quali generosamente regalate da Pratali, Colombo e Sereni, significa che la squadra ha evidenti problemi di concentrazione e nel reparto arretrato. Proprio le incertezze del portiere, uno dei pochissimi granata finora all'altezza, testimonia che c'è poca tranquillità sia nel gruppo che nei singoli, che quando ricevono una sberla invece di reagire porgono l'altra guancia, finendo col farsi massacrare.
Al Dall'Ara è stato uno spettacolo indegno quello offerto dal Toro nella ripresa, con l'aggravante di averlo fatto in un confronto diretto con un'avversaria che non vinceva da nove turni. Ma dietro i granata sono lenti e vulnerabili, mancano di un terzino destro (quanto avrebbe fatto comodo quel Motta che oggi gioca poco nell'Udinese), sono poco protetti dal centrocampo, mentre davanti si trascinano i dilemmi legati a Bianchi e Rosina. Quando per due volte si segnano due reti in trasferta e si perde, non è davanti che si devono cercare i problemi. Tanto più che adesso è tornato Abate, l'unico a salvarsi nel naufragio del Dall'Ara.
Le ultime cinque sono ormai staccate dal resto del plotone, se questo Toro non riesce a mettersi dietro Chievo, Reggina e Lecce, tre squadre che messe assieme costano i 2/3 del monte ingaggi granata, è giusto finire in serie B. Ora tocca ai giocatori fare un doveroso esame di coscienza, per evitare altre figuracce.