Nesti Channel - Crisi? Un deja vu

14.10.2009 17:22 di Marina Beccuti   vedi letture
Fonte: Gaetano Mocciaro per www.carlonesti.it
Nesti Channel - Crisi? Un deja vu
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© foto di Federico De Luca

Padova, Ancona, Modena. Ovvero, una neopromossa e due squadre salvatesi per il rotto della cuffia solo qualche mese fa, che non hanno potenziato più di tanto l’organico. Tre incontri casalinghi che facevano presumere un bel pienone di punti, il consolidamento della vetta della classifica, conquistata dopo il successo di Salerno, e un morale alle stelle in vista di gare sulla carta più impegnative. Quello che è uscito fuori dopo questa serie di partite (con in mezzo il buon pareggio di Frosinone) è uno scenario tutt’altro che allegro, con spia rossa lampeggiante. Manovra legnosa, poca, pochissima lucidità sottoporta, distrazioni in difesa, sfortuna. E soltanto un punto conquistato su nove disponibili, davanti al proprio esterrefatto pubblico.
E’ ufficialmente stato di crisi, si inizia a dubitare sulla bontà di un gruppo che dovrebbe essere di gran lunga il migliore del lotto e si parla già di Colantuono traballante. Perché è sempre l’allenatore il capro espiatorio. Il tecnico, però, l’ha sempre ribadito, che la serie B è un continuo Sali-scendi, di momenti esaltanti e deprimenti. Poco sembra importare per qualcuno, irritato (non poi così a torto) da queste prestazioni, decisamente al di sotto delle aspettative. Si inizia a parIare di panchina bollente, quindi. Normale, ma pur sempre affrettato. Soprattutto per chi conosce la serie B e ha memoria storica, non necessariamente troppo grande. I precedenti di nobili arrancanti in cadetteria non mancano e, fortunatamente, aiutano a guardare al prosieguo della stagione con ottimismo.

Mantenere la fiducia nei confronti dell’allenatore ha dato i suoi frutti, anche quando sembrava impossibile. A metà degli anni ’90, infatti, era diventata quasi una consuetudine, per la favorita di turno, partire a rilento, incassare schiaffi e sberleffi in autunno, salvo iniziare in inverno una prodigiosa rimonta: stagione 1993/94, il Brescia di Mircea Lucescu, nonostante una stella di valore assoluto come Gheorghe Hagi, stentò da morire per quasi tutto il girone d’andata: una serie di pareggi e qualche inopinata sconfitta avevano minato il cammino iniziale. L’anno successivo l’Atalanta di Emiliano Mondonico partì con lo stesso incedere balbettante, perdendo schiaffi anche pesantissimi. Il campionato seguente un allora esordiente Carlo Ancelotti non riusciva a far girare la fuoriserie Reggiana, appena scesa dalla massima categoria e attrezzatasi fortemente per sbaragliare la concorrenza. Nelle prime 7 partite nessuna vittoria, poi un successo scaccia crisi a fare da preludio alla rimonta verso la A e la consacrazione di un tecnico che arriverà a vincere 2 Champions League, un mondiale per club e uno scudetto.

Queste tre società confermarono piena fiducia al proprio tecnico, facendo da parafulmine e ribadendo la certezza di avere tra le mani una squadra in grado di vincere. A maggior ragione dev’esserci fiducia per il Torino, che è pur sempre a 4 punti dal primo posto, e per Colantuono che, il curriculum parla chiaro, conosce bene le insidie della cadetteria. Serve limare qualche difetto, specie a centrocampo e avere pazienza. La serie B ha sempre dimostrato che a poco serve partire lanciati. E questo, considerato il cammino del Toro, serva a consolazione.