Meroni, la farfalla dei sogni
Quarantadue anni senza Gigi Meroni, sono sempre lacrime e rimpianto. Il mondo granata ricorda la tragica scomparsa del grande numero 7, probabilmente il calciatore più amato e nello stesso odiato (dal mondo conformista restio ad accettare il vento del cambiamento di fine anni Sessanta in cui l’ala comasca si riconosceva) d’Italia. Ribattezzato la Farfalla granata per il suo modo inconfondibile di giocare, Meroni morì per le gravi lesioni riportate dall’urto con la Fiat 124 coupè guidata da un diciannovenne neo patentato. Era Attilio Romero, ironia della sorte suo grande estimatore e, gioco perfido del destino, diventato poi presidente del club granata sotto la gestione di Cimminelli. Stamani alle 11 il Torino, rappresentato dal dirigente Foschi, depositerà un mazzo di rose rosse vicino al luogo dell’impatto, in corso Re Umberto davanti al civico 46, dove ci sono il cippo in suo onore ed il monumento che gli è stato dedicato dal Comune. “Il più grande calciatore con il quale ho giocato”, ricorda l’amico del cuore ed ex compagno di squadra Combin. Meroni avrebbe oggi 66 anni.