Mancini: "Ho creduto nei giovani e loro hanno fatto il resto"

20.12.2019 18:22 di  Marina Beccuti  Twitter:    vedi letture
Mancini: "Ho creduto nei giovani e loro hanno fatto il resto"
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Il ct dell'Italia Roberto Mancini si trova a Riyad dove ha parlato al Leadership Sport Forum al Leadership Institute della capitale araba. Il tecnico azzurro ha colto l'occasione per parlare di alcuni aspetti della sua nazionale, partendo proprio dall'affermazione dei giovani.

"La mia speranza è che possano tornare a giocare tanti ragazzi italiani, in Italia. La percentuale è più bassa rispetto al passato, spero crescano ragazzi giovani e bravi ma il livello si sta rialzando e la mentalità migliora", ha cominciato il Mancio.

A proposito del coraggio avuto nel far giocare tanti giovani nella sua Italia, da Sensi a Tonali e Zaniolo, Mancini ha risposto: "Chi fa l'allenatore deve credere nelle proprie qualità. Quando ho preso la Nazionale era un momento delicato, pensai che l'unico modo per uscire fuori da una situazione difficile era quella di cercare giocatori giovani, con poca esperienza, bravi tecnicamente, per fare un buon calcio. Volevo riavvicinare i tifosi alla Nazionale: serve fortuna, questi ragazzi giovani, anche con non molta esperienza in campo internazionale, si sono affermati subito. Hanno trovato coesione iniziando a giocare bene, è stata una scelta azzeccata. Ho creduto in loro e hanno fatto il resto".

Ha scherzato parlando della scelta di allenare l'Italia: "Ero rimasto solo io... Non c'era più nessuno... Scherzi a parte, allenare la Nazionale è bello, importante. E' un onore e non è semplice e banale, la situazione era difficile ma ho creduto molto nelle possibilità mie e dei ragazzi che volevo chiamare. Volevamo costruire qualcosa di importante che potesse restare nel tempo, le situazioni sono diverse. A volte decidi di andare all'estero per un'esperienza diversa dalle solite, altre decidi di guidare la Nazionale".

Sui moduli Mancini promuove il 3-5-2: "Ogni tanto il modo di giocare si cambia. Ognuno ha il suo sistema, quello che sa insegnare meglio. Se il preferito di qualcuno è il 3-5-2, insiste lì. In Italia ha sempre portato risultati".