Le pagelle di Alberto Cerruti

Prandelli può avere ragione di lamentarsi, ma la Fiorentina aveva il dovere di fare di più e meglio a Cagliari
17.11.2008 10:54 di  Raffaella Bon   vedi letture

Ecco le pagelle della 12ª giornata di serie A.

JUVENTUS 9 - La immediata risposta dell'Inter, a Palermo, non offusca la sua anticipata vittoria contro il Genoa, settima consecutiva tra campionato (5) e Champions (2). E il fatto che nel 4-1 non ci sia la firma di Del Piero dimostra che il capitano è la ciliegina sulla torta di una squadra completa, matura per puntare allo scudetto perché è la più equilibrata tra le grandi.
REGGINA 8 - Vince in trasferta come soltanto l'Inter sa fare in questa giornata. Ma rispetto ai campioni d'Italia la vittoria della Reggina vale triplo, perché è la prima fuori casa, perché non ha Ibrahimovic, e perché adesso la squadra non è più ultima. E soprattutto è una vittoria meritata, firmata dall'esperto di salvezza Orlandi che esclude Corradi, puntando sul tandem Cozza-Brienza e viene ripagato proprio dal gran gol di quest'ultimo.
CATANIA 8 - Tre gol di Mascara, tre punti del Catania. Con tanti saluti al Torino, costretto ad arrendersi al carattere di una squadra più concreta che bella, lanciatissima al di là di una semplice salvezza. Perché adesso il Catania ha 5 punti più del Palermo, ma soprattutto ha scavalcato Genoa e Fiorentina e ha raggiunto l'Udinese al sesto posto.
INTER 7,5 - Il voto è quasi tutto per Ibrahimovic, indispensabile per Mancini e per Mourinho. Ma il 2-0 di Palermo lascia altre buone indicazioni: il perfetto recupero di Samuel e la disponibilità di Mourinho di rivedere le proprie idee. Perché con un secondo attaccante di ruolo al suo fianco ci guadagna lo stesso Ibrahimovic. E quindi applausi a lui e all'Inter, che vince la terza gara consecutiva e per la seconda consecutiva rimane al comando da sola. Un piccolo record in questo "campiomatto".
ATALANTA 7 - Fatica, ma alla distanza vince con pieno merito contro il Napoli, chiudendo finalmente un periodo più nero che azzurro. E prima del gol ininfluente di Floccari decidono un gran numero di Ferreira Pinto e il tocco di Manfredini, senza chiedere i soliti miracoli a Doni.
ROMA 6,5 - Successo dedicato al presidente Sensi che ha visto il suo primo derby dall'alto. La Roma torna a vincere dopo 6 partite, grazie a Baptista, ma nel finale quando gioca a lungo con un uomo in più, prima dell'espulsione di Perrotta, soffre troppo forse frenata dalla paura di vincere. La crisi non è finita del tutto, ma l'umiltà con cui gioca e lotta tutta la squadra fa sperare che il peggio sia passato.
LAZIO 6,5 - Sconfitta nel derby soltanto nel risultato, perché gioca alla pari con la Roma e nel finale anche meglio, pur avendo un uomo in meno, dopo l'espulsione di Ledesma. Rimane la squadra con il miglior attacco (21 gol), anche se stavolta un grande Zarate, Rocchi e Pandev non trovano la via del gol.
CAGLIARI 6,5 - Vince con un rigore contestato, trasformato dal solito Acquafresca, ma la vittoria sulla Fiorentina è importantissima perché dà ragione ad Allegri e a Cellino che lo ha difeso dopo le prime cinque sconfitte. La salvezza non è più un miraggio, ma un traguardo sempre più concreto.
SAMPDORIA 6,5 - Rischia di rilanciare il Lecce, dopo averlo affondato con un bel tocco di Delvecchio e una carezza di Cassano. Ma alla distanza si scrolla di dosso le paure e quell'ultimo posto nella casella dei gol segnati, perché per la prima volta ne segna 3 in un colpo solo.
MILAN 6 - Sei come le vittorie consecutive in casa, le ultime quattro con altrettanti rigori, anche se Kakà aveva sbagliato quello contro il Napoli. Ma al di là delle discussioni sugli arbitraggi, la squadra di Ancelotti fatica troppo contro il piccolo Chievo, disputando una delle peggiori gare della stagione.
SIENA 6 - Il gioco c'è e questo si sapeva già. Va meritatamente in vantaggio contro il Bologna con il primo gol di Ghezzal, poi si fa raggiungere su rigore. Ma soprattutto fallisce con Calaiò dal dischetto la possibilità di vincere. E per una squadra che deve salvarsi gettare via 2 punti così è una colpa grave.
FIORENTINA 5,5 - Prandelli può avere ragione di lamentarsi, ma la Fiorentina aveva il dovere di fare di più e meglio a Cagliari. Senza Mutu, con Gilardino a secco, sarebbe servito il miglior Montolivo che non deve inserirsi in una squadra nuova come Jovetic. E così, per un motivo o per l'altro, la squadra manca di continuità.
PALERMO 5,5 - Per un tempo regge il confronto con l'Inter, poi si arrende soltanto alle magie di Ibrahimovic. Se lo svedese avesse giocato con la maglia rosa, invece che con quella nerazzurra, avrebbe vinto il Palermo. Ma siccome Ballardini non ce l'ha, fa bene a preoccuparsi dello scarso peso dei suoi attaccanti.
BOLOGNA 5,5 - Mezzo voto in più soltanto per il risultato positivo, il secondo 1-1 consecutivo con Mihajlovic in panchina. Di Vaio, unico attaccante che non tradisce mai, trasforma il rigore del pareggio. Ma la squadra conferma le sue gravi lacune e si salva soltanto perché il Siena spreca malamente il rigore (regalato) del successo.
GENOA 5 - L'alibi dei torti ricevuti dalla terna arbitrale regge fino a un certo punto, perché la bella squadra di Gasperini si affloscia troppo presto, incassando per la prima volta 4 gol. Non basta nemmeno il solito grande Milito, se dietro la difesa sbanda in maniera preoccupante. Anche se complessivamente il Genoa non esce ridimensionato.
CHIEVO 5 - Da penultimo a ultimo, sconfitto per la quinta volta consecutiva, stavolta da un rigore inesistente. Episodio a parte, anche con Di Carlo il Chievo mostra però troppa fragilità in attacco, specie in trasferta, dove ha segnato soltanto un gol e ottenuto soltanto un punto, sul campo della Sampdoria.
TORINO 5 - Va in vantaggio a Catania ma si fa subito raggiungere, poi non riesce a difendere nemmeno il 2-2 e stavolta non può prendersela con l'arbitro. Grave passo indietro in classifica che riapre i dubbi sulla consistenza del reparto arretrato, dove viene sperperato quanto di buono viene costruito in attacco.
LECCE 5 - Incassa l'uno-due della Sampdoria, ma ha la forza di rientrare in partita, poi affonda di nuovo e Tiribocchi per la seconda volta riapre la porta della speranza. Il carattere, però, non basta perché per salvarsi occorre subire di meno, specie in trasferta.
NAPOLI 4,5 - Perde la terza gara in trasferta, senza gli alibi delle prime due sul campo di Genoa e Milan. E la maledizione di Bergamo non c'entra. In realtà il Napoli si maledice da solo non giocando come sa e come deve, perché la squadra di Reja ha già dimostrato di essere grande e quindi ha il dovere di comportarsi, e al limite perdere, come tale.
UDINESE 4 - Chi l'avrebbe mai detto. La splendida Udinese che retrocede all'ultimo posto nelle nostre pagelle dopo tanti bei voti. Ma la prima sconfitta in casa, seconda consecutiva, contro la pericolante Reggina, è troppo brutta a tutti i livelli per trovare attenuanti a una squadra che ci aveva abituato a giocare sempre bene.
 
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