La verità di Masiello scagiona Parisi
Andrea Masiello ha "sputato" la verità sulle presunte gare taroccate del Bari. In pratica non ci sarebbero state manipolazioni delle partite, ma solo contatti con gente di sicuro non pulita, che tentò di far delinquere alcuni giocatori, più spaventati che d'accordo ad alterare le partite. Anche perchè di mezzo c'era la mafia locale e in queste occasioni è sempre difficile trovare il giusto comportamento. Dunque anche l'attuale giocatore del Torino, Alessandro Parisi, non ha partecipato a nessuna combine è stato solo tirato di mezzo da una situazione assai difficile. Rischia, come gli altri compagni, per non aver denunciato il fatto, ma di soldi in realtà non ne ha mai presi per aggiustare alcune partite del Bari.
Questa la deposizione di Andrea Masiello: «Angelo (Iacovelli, n.d.r.) mi portò sotto casa, a Bari, proprio il Bellavista che cominciò a sondarmi perché io gli riferissi “nello spogliatoio che aria si respirasse”. Bellavista faceva dei discorsi allusivi, osservando che noi giocatori del Bari ci impegnavamo allo spasimo, ma facevamo uno sforzo inutile in quanto ci poteva essere una scorciatoia per conseguire dei risultati più proficui (...). Pur non avendone parlato esplicitamente era evidente che Bellavista faceva riferimento alla possibilità di alterare il risultato di qualche partita. Quella fu la mia impressione".
"Fu poco prima della partita Bari-Sampdoria, che fu giocata il 23 aprile 2011, che accadde il primo episodio: la sera prima della partita io e gli altri giocatori del Bari ci trovavamo in ritiro presso l’albergo Una Hotel di Torre a Mare (...). In quell’occasione Iacovelli mi ha contattato telefonicamente chiedendomi di recarmi in una camera del predetto esercizio, situata al primo piano. Nell’occasione io occupavo una camera al secondo piano unitamente a Parisi. Iacovelli mi rappresentò che in quella camera mi aspettavano due imprecisati signori che volevano parlare con me. Avendo intuito, alla luce dei precedenti contatti con Bellavista e Iacovelli che potesse trattarsi proprio di un discorso intorno alla manipolazione di partite,mi rifiutai di raggiungere i due sconosciuti (...). Non dissi nulla a Parisi della telefonata di Iacovelli. La mattina seguente, cioè il giorno della partita con la Sampdoria, attorno alle 11 scesi ad incontrare Iacovelli a seguito di una sua ulteriore chiamata telefonica. Lo trovai assieme ad uno sconosciuto che non proferì parola. Iacovelli mi chiese se c’era la possibilità di perdere la partita con la Sampdoria. Dopo pochi attimi io, sorpreso, gli espressi un netto rifiuto".
"Qualche sera più tardi Iacovelli mi contattò sempre per telefono. Scesi all’esterno della mia abitazione e il predetto mi chiese nuovamente se ero disposto ad essere coinvolto nella combine della successiva partita. Ricordo che era presente una vettura sulla quale c’era una persona che si era collocata in una posizione tale da impedire che la guardassi in volto. Considerato che la partita sulla quale Iacovelli mi proponeva di intervenire era sicuramente antecedente rispetto alla partita Palermo-Bari, e certamente successiva alla partita Bari-Sampdoria, ne consegue che la proposta non poteva che riferirsi a Bari-Roma che, come mi rappresentate finì per 2 a 3. Ricordo che Iacovelli mi disse che, qualora avessi accettato, c’era pronta per me in auto una valigetta con i soldi. Da come si espresse Iacovelli io capii che avrei dovuto rivolgermi ai miei compagni di squadra. Io naturalmente rifiutai, fino al punto di litigare con il predetto, e me ne tornai a casa".
"Qualche tempo dopo Di Tullio (in realtà, De Tullio, n.d.r.) Nicola, che ha il ristorante “Gianpaolo” a Poggiofranco, frequentato da tutti i giocatori del Bari e dai dirigenti, si presentò sotto casa mia un tardo pomeriggio, accompagnato da Iacovelli e da una seconda persona, un italiano. Il Di Tullio mi chiese di fargli sapere se ci fosse stata una disponibilità a livello di spogliatoio, evidentemente sempre al fine di alterare i risultati di una partita. Non ricordo di che partita si trattasse, ma probabilmente faceva riferimento alla partita Bari-Chievo".
"Il 4 maggio 2011 (...) venni contattato una volta ancora da Iacovelli che mi convocò presso l’Una Regina dove andavamo in ritiro. Arrivato all’Hotel vi trovai già Rossi Marco, Bentivoglio e Parisi, quest’ultimo sopraggiunto in un secondo tempo. Era presente naturalmente anche Iacovelli unitamente ad altre due persone che non parlavano italiano. La proposta fatta da Iacovelli fu quella di perdere la partita con il Palermo con 2 gol di scarto. Il predetto disse che i soldi erano già pronti e ce li mostrò. Noi giocatori ci confrontammo e decidemmo di allontanarci subito, molto a disagio per la situazione. In sostanza decidemmo di non accettare alcuna proposta. Il 5 maggio sera Iacovelli si presentò sotto casa mia chiedendo di potermi parlare. Io scesi all’ester no dell’abitazione e Iacovelli mi consegnò 35.000 euro (...). Nell’occasione (Iacovelli, n.d.r.) mi disse che la medesima somma, e cioè 70.000 euro ciascuno – e quindi 280.000 euro complessivi – li avevano ricevuti Rossi, Bentivoglio e Parisi. Io non avevo alcuna intenzione di tenere quel denaro, ma ero confuso e non sapevo come comportarmi.
La sera successiva del 6 maggio parlai con Parisi, Rossi e Bentivoglio nella mia camera presso l’albergo di Palermo che ci ospitava. Ricordo che mentre mi trovavo con i miei compagni ho ricevuto un sms di Iacovelli in cui mi si indicava il numero di telefono di un certo “Pa l m i ro ” invitandomi a chiamarlo per dare l’ok circa l’alterazione della partita (...). Al termine della riunione con i miei compagni decidemmo di andare in campo per giocarci la partita, come se non avessimo accettato la proposta. Ciò avvenne almeno da parte mia. In effetti, riguardando il filmato della partita mi sono reso conto che la stessa era stata giocata regolarmente. L’unica perplessità riguardava il comportamento di Belmonte in occasione del primo gol (...) Non ho idea se il Palermo abbia avuto qualcosa a che fare con questi tentativi di combine. La sera della partita, tornando dalla trasferta, incontrai nuovamente Iacovelli sotto casa e gli restituì il denaro che mi aveva dato. Da allora interruppi i contatti".