La Nazionale forse non è di Immobile. Ma nemmeno di Belotti o degli altri attaccanti
L'annoso quesito sul centravanti della Nazionale va avanti oramai da anni. Chi può essere il titolare indiscusso degli azzurri? Perché quattro anni fa, quando la Svezia ci eliminò con Ventura, gli attaccanti erano due. Ciro Immobile e Andrea Belotti che, a Solna, non riuscirono a bucare il portiere Robin Olsen, imitati (purtroppo) anche da Eder e Gabbiadini nella partita successiva. Immobile (purtroppo) non c'è stato contro la Svizzera ieri sera, non ci sarà nemmeno lunedì contro l'Irlanda del Nord quando la partita conterà moltissimo e le reti saranno pesate con il contagocce.
Se la Nazionale non è di Immobile, non è nemmeno di Belotti o degli altri attaccanti. Il migliore realizzatore dell'era Mancini è l'attaccante della Lazio insieme a quello del Torino con 8 reti a testa, che spesso è finito tra panchina e tribuna, sacrificato sull'altare del falso nove (in particolare nella prima Nations League), ma anche di altri interpreti che alla fine non hanno avuto la stessa continuità realizzativa. Forse Immobile non è il centravanti giusto per il gioco avvolgente del Mancio. La verità è che anche gli altri non sono all'altezza del resto della squadra: centrocampisti ottimi, difensori - a parte ieri sera - più che affidabili. E attaccanti che purtroppo non segnano: inserire Berardi quasi per disperazione dà il giusto metro di giudizio a una squadra che li cerca disperatamente.
Ora per passare il turno basterebbe emulare il risultato della Svizzera. Oppure segnare qualche gol in Irlanda del Nord, per evitare bruttissime sorprese che potrebbero arrivare da Lucerna. E anche per evitare le forche caudine degli spareggi, già fatali quattro anni fa.