La deposizione di Iacovelli, compare anche Parisi

10.02.2012 19:34 di  Marina Beccuti   vedi letture
La deposizione di Iacovelli, compare anche Parisi
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© foto di Federico De Luca

Continuano le deposizioni al gip di Cremona dei personaggi coinvolti nel calcioscommesse. Dopo i cosiddetti calciatori pentiti, è la volta dei personaggi chiave a spifferare. Come l'infermiere pugliese Angelino Iacovelli. Su Gazzetta.it è comparso parte dell'interrogatorio, che vi proponiamo per quanto riguarda il presunto coinvolgimento di Alessandro Parisi.

"Ma la parte più succosa arriva dopo. Iacovelli conferma che per Palermo-Bari gli zingari misero sul piatto 250 mila euro, ma per Bentivoglio, Parisi e Marco Rossi «l'ingaggio» fu di 37 mila, mentre altri 100 mila sarebbero stati divisi tra Masiello e «l'infermiere», più una ricompensa per Carobbio. Nel racconto c'è però un buco importante: Angelino non spiega al gip chi convoca i giocatori. Masiello ha fatto mettere a verbale che è stato proprio Iacovelli. Comunque, il denaro arriva all'Una Regina hotel portato da tre uomini di Gegic (uno è Ilievski) nella stanza di Bentivoglio, dove c'è anche Parisi. A Marco Rossi, invece, consegna a domicilio da parte degli zingari accompagnati da Iacovelli che spiega: «Solo dopo aver visto in faccia i giocatori, gli slavi davano le mazzette». Gegic poi cerca di avvicinare anche il portiere Padelli quando scopre che giocherà titolare, ma la cosa non riesce. Poi tutto va in fumo per il rigore sbagliato da Miccoli. Uno scavetto annunciato ai compagni e origliato da Donati: è lui ad avvisare Padelli. Combine saltata, soldi da restituire: Parisi, che aveva lasciato la sua parte in consegna a Iacovelli per poi chiamarlo dopo la trasferta ordinandogli «Portami le scarpe...», la prende male: «Non fate i furbi». Alla fine Angelino recupera i 250 mila euro e vaga col motorino fino al casello di Poggiofranco. Lì trova l'uomo mandato da Gegic: un italiano palestrato con accento bergamasco, amico di Carobbio e Stellini. E il cerchio si chiude, almeno per ora".

Tutto questo nasce anche da una situazione difficile della società Bari, che non pagava gli stipendi. Ma da qui a scommettere ce ne vuole, anche perchè i calciatori non muoiono certo di fame se qualche mensilità arriva in ritardo.