L'Europa porta un rinnovo: Cairo-Mazzarri, prove di prolungamento
Nella storia recente del Toro, dagli anni '90 ad oggi, soltanto tre allenatori hanno potuto collezionare gettoni europei sulla panchina granata: il compianto Emiliano Mondonico, che nel 1992 sfiorò la coppa Uefa fermandosi sui pali di Amsterdam; Giancarlo Camolese, che dieci anni dopo riportò il Toro a giocare sfide internazionali in Intertoto; Gian Piero Ventura, tra i fautori dell'impresa al San Mamès e protagonista nell'unica stagione in Europa sotto la gestione Cairo. Tra poco più di tre settimane toccherà a Walter Mazzarri aggiungersi alla lista. E il Toro e il suo tecnico hanno qualcosa in comune: l'ultima volta in Europa l'hanno vissuta insieme, cinque anni fa, nella stagione 2014-2015. Ripartiranno insieme da dove avevano lasciato, l'allenatore da Saint Ètienne e i granata dallo Zenit. Con l'obiettivo di fare sempre meglio e di proseguire ancora fianco fianco.
Rinnovo in vista - Il contratto di Mazzarri scadrà tra un anno esatto: quando arrivò a gennaio 2018 sostituendo l'esonerato Sinisa Mihajlovic firmò fino al 2020. Sei mesi per ambientarsi, di fatto senza dare una marcia più spedita rispetto al suo predecessore, poi la svolta. Dalle parti granata non si erano mai visti 63 punti da quando le vittorie valgono tre, anche se l'Europa è passata nuovamente da un tribunale e non è stata. conquistata sul campo. Ma tanto è bastato a Mazzarri per meritarsi la conferma: per Cairo è il valore aggiunto del suo Toro, ecco perché i discorsi per un prolungamento sono sempre più fitti. "Ci sentiamo tutti i giorni" ha svelato il presidente, confermando ancora una volta la stima che c'è fra i due e quanto ci sia sintonia nel lavoro di squadra. L'Europa è soltanto la ciliegina su un rinnovo del quale si parla già da mesi: l'idea è di prolungare per un paio di stagioni, arrivando così al 2022. La priorità di Mazzarri, però, al momento è un'altra: preparare al meglio la stagione che inizierà giovedì con il raduno al Filadelfia.