Juve-Toro: Verso il derby della paura
Quello che la città di Torino andrà a vivere sabato sera sarà il derby più povero degli ultimi vent'anni. Forse servirebbe il conforto degli esperti di statistica, ma era da tempo immemorabile che Juve e Toro non giungevano alla stracittadina trovandosi entrambe nella colonna di destra della classifica. E tutte e due reduci da un doppio k.o.
In momenti di difficoltà è facile mettere sotto accusa gli allenatori, ma alcune scelte di Ranieri e De Biasi hanno fatto giustamente discutere. Soprattutto gli ingressi di Giovinco e Rosina a sette minuti dalla fine hanno lasciati basiti molti tifosi (e anche parecchi addetti ai lavori). Quelli bianconeri perché in precedenza si era visto Del Piero sostituito da un terzino come De Ceglie, quelli granata perché non hanno capito se Rosina stava davvero così male da avere solo una manciata di minuti a disposizione.
La sostanza è che ora Juve e Toro si trovano con l'acqua alla gola, in una stagione che avrebbe dovuto vedere i bianconeri stare vicini ad un'Inter che invece pare lanciata verso un'altra fuga scudetto, mentre i granata sono di nuovo ai margini della zona retrocessione, malgrado una coppia di attaccanti come Bianchi e Amoroso mai avuta nel recente passato.
La Juve è in crisi anche per l'incredibile serie di infortuni che stanno falcidiando la rosa, ma forse non si è tenuto nel dovuto conto il peso di un'assenza come quella di Trezeguet. Forse non sarà un caso che, a parte il successo di Cagliari, dopo l'infortunio del francese la squadra si è fermata, non trovando più con continuità la via del gol, malgrado il buon avvio di stagione di Amauri. In mezzo al campo manca un pensatore, un regista capace di dettare i tempi del gioco, il doppio impegno campionato-Champions non è stato affrontato con una rosa dotata della necessaria qualità, perché dietro mancano alternative all'altezza.
Recentemente anche alcune scelte di Ranieri sono apparse discutibili, confermando che in questa fase anche l'allenatore ha perso la tranquillità che invece non era mai venuta meno nell'oculata gestione della scorsa stagione. Il Toro, invece, ha una difesa che imbarca acqua da tutte le parti, poco protetta da un centrocampo che, senza manca il 38enne Corini e in assenza del giovane svizzero Dzemaili, non ha un giocatore di qualità.
L'austriaco Saumel, dopo un buonissimo avvio di stagione si è spento, le polveri dei due bomber sono bagnate, Rosina è fermo ai box o gioca col contagocce per via di problemi muscolari che si trascina da dietro. Il risultato è che oggi la squadra ha addirittura meno punti di un anno fa con il criticatissimo Novellino. Il presidente Cairo ha confermato la fiducia in De Biasi, che non ha colpe se i suoi avanti hanno sbagliato una mezza dozzina di occasioni, ma si sa che certe conferme del lunedì non durano più di una settimana.
Questo discorso vale anche per Ranieri (atteso tra l'altro dall'impegno di Champions col Real), la sostanza è che chi dei due allenatori perde il derby rischia di saltare. Il che vorrebbe dire fallimento già a un quarto di stagione. Non era questo l'avvio di campionato che si annunciava al 31 agosto per le due torinesi, le grandi bocciate – assieme alla Roma – di queste prime sette giornate. E gennaio è ancora lontano per pensare a rinforzi e correttivi.