Il Grande Torino celebrato dai napoletani. Che poesia
Mimmo Carratelli è un decano dei giornalisti e ha scritto questo bellissimo ricordo del Grande Torino per il sito Il Napolista. Questo significa, una volta di più, che la storia di Mazzola e compagni ha conquistato proprio tutto il mondo, non solo l'Italia.
"La squadra più bella, il Grande Torino vinto, piegato dal destino"Andammo a vedere il Grande Torino al Vomero. Mancavano il portiere Bacigalupo, il centro-mediano Rigamonti e l’ala destra Menti che aveva giocato con la Juve Stabia negli anni di guerra. Il pomeriggio del 15 dicembre 1946. Piani; Ballarin, Martelli; Castigliano, Maroso, Grezar; Ossola, Loik, Gabetto, Mazzola, Ferraris II. Una squadra di assi, una famiglia. Una formazione portentosa che giocava col “sistema”, un modulo più offensivo rispetto al più prudente “metodo”. Una volta aveva vinto ad Alessandria 10-0. A Roma, infilata da un gol di Amadei, si scatenò nella ripresa e fece 7-1. Al Vomero segnò due gol Guglielmo Gabetto, il centravanti con i capelli lisci e nerissimi incollati al cranio, una perfetta scriminatura in mezzo. Il Napoli pareggiò 2-2.
Era una squadra di coppie perfette, la grinta e la classe. Ballarin poderoso, Maroso di purissima tecnica; Grezar tutto forza, Castigliano di gran qualità; Loik lo sgobbone, Valentino Mazzola a tutto campo, calciatore olandese prima degli olandesi. Ne scrivevano Bruno Roghi e Giglio Panza.
Avevamo quella squadra nel cuore prima di dedicarlo completamente alle maglie azzurre del Napoli che ricominciò una nuova storia con Eraldo Monzeglio".