Il Governo vuole abrogare la legge Melandri sui diritti tv, ma la Lega Serie A non ci sta e vuole avere voce in capitolo

Il Governo vuole abrogare la legge Melandri sui diritti tv, ma la Lega Serie A non ci sta e vuole avere voce in capitoloTUTTOmercatoWEB.com
Ieri alle 15:00Notizie
di Elena Rossin
fonte calcioefinanza.it e Lega Serie A

La possibilità di licenza a terzi della vendita dei diritti televisivi  e una revisione della distribuzione dei ricavi hanno messo in fibrillazione la Lega Serie A. Il tutto nasce dalla bozza della legge delega sullo sport volta al superamento della Legge Melandri che dal 2009 regolamenta appunto la vendita e la distribuzione dei ricavi in termini di diritti tv.

Come riporta calcioefinanza.it, la bozza della legge delega sullo sport contiene novità rispetto al presente come la possibilità di assegnare i diritti in esclusiva a un solo operatore per periodi non superiori a tre anni e in caso di superamento ci vuole una valutazione preventiva da parte dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM).  E poi una diversa ripartizione dei proventi derivanti dalla vendita dei diritti televisivi, con l’obiettivo di una “equa ripartizione”.

La proposta quindi in sintesi sarebbe:
“una parte prevalente e comunque superiore al cinquanta per cento” venga distribuita in parti uguali tra i club partecipanti;
una parte venga distribuita per meriti sportivi nelle stagioni sportive successive al 1999/2000;
una parte sulla base della formazione e dell’utilizzo dei giovani italiani.

Mentre con la Legge Melandri i diritti tv sono così distribuiti tra i club:
50% in parti uguali tra tutti i club;
28% in base ai risultati sportivi (11,2% legato alla classifica dell’ultimo campionato, 2,8% legato ai punti nell’ultimo campionato, 9,33% legato agli ultimi 5 campionati precedenti all’ultimo e 4,67% legato ai risultati storici);
22% in base al radicamento sociale (di cui l’1,1% legato al minutaggio dei giovani, il 12,54% legato agli spettatori allo stadio e l’8,36% legato all’audience tv).

Nella bozza della legge delega invece resterebbe invariata la “mutualità di sistema”, ossia la quota da destinare a sostegno delle categorie inferiori, oltre ad essere destinate a un fondo specifico contro il gioco d’azzardo patologico. E sul tema delle scommesse verrebbe concessa la possibilità della “sponsorizzazione indiretta” da parte di operatori regolarmente iscritti al registro dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, mentre il gioco illegale sarebbe contrastato e favorita la promozione del gioco sostenibile.

Per quel che riguarda invece gli stadi gli impianti sportivi dovranno essere infrastrutture strategiche per il rilancio della competitività dello sport italiano in modo da una parte favorire la realizzazione di nuovi stadi e dall’altra l’ammodernamento di quelli esistenti includendo anche palazzetti e impianti sportivi scolastici e universitari sulla base di criteri di “efficienza, sostenibilità, accessibilità, redditività e sicurezza”.

I punti salienti sugli impianti sportivi della proposta di legge sono:
l’adozione di misure di razionalizzazione, concentrazione, accelerazione e semplificazione delle procedure amministrative applicabili e della normativa vigente in materia di ammodernamento e costruzione di nuovi impianti sportivi, unitamente al loro opportuno coordinamento e integrazione con i procedimenti in materia ambientale;
l’adozione di misure di defiscalizzazione;
l’estensione delle forme di partenariato pubblico-privato contrattuale e istituzionale, anche al fine di agevolare il reperimento di risorse e capitali privati.

Particolare attenzione per l’efficienza energetica, la riduzione delle emissioni di CO2, l’accessibilità universale (anche per persone con disabilità), la digitalizzazione con reti ultra-larghe e 5G, la predisposizione per tecnologie di realtà aumentata e virtuale e anche la gestione remota di produzioni audiovisive. In linea quindi con gli obiettivi di sostenibilità ambientale e sociale previsti anche dal nuovo Codice dei Contratti Pubblici.

LA NOTA DELLA LEGA SERIE A - “All’esito del Consiglio di Lega svoltosi oggi(ieri, ndr), il Presidente Ezio Simonelli, a nome della Lega Serie A, manifesta con fermezza il proprio stupore per aver appreso, solamente tramite gli organi di stampa, di una riforma del sistema di vendita dei diritti audiovisivi che riguarda direttamente le sue associate. Esprime, al tempo stesso, la contrarietà della Serie A ad un disegno di legge predisposto senza che vi sia stata alcuna interlocuzione preventiva con la Lega stessa.

La Lega Serie A evidenzia, soprattutto, la propria netta opposizione a qualsiasi forma di incremento della mutualità esterna che vada a sottrarre ulteriori risorse fondamentali allo sviluppo e alla sostenibilità della Serie A, la quale già peraltro contribuisce al sostegno delle categorie inferiori nella misura del 10% dei diritti audiovisivi.

Infine, la Lega Serie A ribadisce con enorme preoccupazione i dannosi effetti del dilagante fenomeno della pirateria audiovisiva, che continua a penalizzare in modo grave e diretto il valore dell’intero sistema sportivo con perdite stimate in oltre 300 milioni di euro annui. La pirateria uccide il calcio”.