Il costo del mercato e le nuove formule di vendita
Luca Marchetti su TMW ha fatto i conti in tasca all'ultimo mercato. In Italia ci sono state 146 cessioni per un totale di 72 milioni di incassi, gli acquisti sono stati 104, per un totale di 77 milioni. Questi sono i dati di transfermarkt che considera solo le spese sostenute al momento, per cui le cifre tipo l’obbligo di riscatto si considereranno solo quando verranno esercitate.
In Italia per esempio si è speso meno che in Premier (86 milioni), ma più che in Bundes (44 milioni), Liga Portoghese (31), Ligue 1 (29, e con un saldo positivo!).
La cosa curiosa è che il giocatore ad essere costato di più di questo mercato è stato Nicolò Rovella, 19 anni, centrocampista, acquistato dalla Juventus dal Genoa per un valore che potrebbe arrivare a 38 milioni di euro nel corso degli anni, considerate le varie clausole e i pagamenti suddivisi in tre anni. Il giocatore tra l'altro si sarebbe svincolato a giugno.
Secondo Tifosy negli ultimi 5 anni di mercato sono diminuiti gli acquisti con una media del -40% (-54% in Inghilterra come arrivi) ma soprattutto sono aumentati in modo esponenziale i trasferimenti gratuiti (soprattutto in Premier, +175%, e in Ligue1, +58%), e in particolare i prestiti (addirittura +69% in Bundesliga, +32% in Uk e Francia, circa 10% in Italia e Spagna).
Ma adesso si sfruttano anche formule diverse, come i prestiti biennali, scambi senza flusso di denaro ma con bonus che ne incrementano il valore nel tempo, obblighi che scattano a determinate condizioni, percentuali di futura rivendita, slittamenti di pagamento.
Questo perchè senza dubbio girano meno soldi nel calcio e si nota anche dal fatto che sempre più invece di un presidente arrivano dei fondi di investimento ad impossessarsi delle squadre, anche in Italia, che poi passano di mano senza che quasi nessuno se ne accorge. Cairo è contestato da una parte della tifoseria, ma viene da chiedersi chi potrà essere il suo successore. Avrebbe già potuto vendere, ma se non l'ha fatto è perchè in fondo non vuole lasciare il Toro in mani sconosciute. Sarà che ci ha guadagnato in termini di pubblicità, ma se non vende una ragione c'è e non è solo economica, ma di etica.