Il bel gesto del Gallo. Peracchi: "Belotti? Non mi ha stupito"
Probabilmente solo chi ha giocato a calcio potrà capire la frustrazione di essere sotto 3-0 in una partita in cui l'avversario ti sta dominando. Hai l'occasione di avvicinarti alla porta avversaria con una punizione dal limite dell'area, e annesso cartellino giallo al difensore centrale con cui stai battagliando. Tutti avremmo pensato di prendere il pallone e battere. Andrea Belotti no. Forse è un caso se dopo un gesto così del suo capitano il Torino sia riuscito a rimontare sull'Atalanta. O forse no.
Bravo ragazzo - Siamo andati a scavare nel passato di Andrea, interpellando Ivano Peracchi, vicino a Belotti ai tempi dell’Albinoleffe: “L’ho conosciuto nel 2009 quando giocava negli Allievi Nazionali, e l’ho visto crescere fino all’approdo in prima squadra nel 2012/2013. Si tratta veramente di un bravissimo ragazzo, a primo impatto ti dà subito quell’idea. Vi racconto un aneddoto che la dice lunga su di lui. Nel 2012 eravamo a San Marino per un recupero di una gara di campionato e quella sera ci fu l’elezione del Santo Padre Papa Francesco. Cenammo tutti insieme e finito di mangiare la squadra salì nelle stanze. Belotti restò di sotto per assistere alla benedizione, fu l’unico dei ragazzi. Il gesto in Atalanta-Torino non mi ha stupito, credo che esprima appieno la sua attitudine, è un bravo ragazzo con valori importanti e lo ha sempre dimostrato, sin da giovane. Anche all’epoca del vivaio, in quattro anni mai una bravata da parte sua, anzi si distingueva per comportamenti positivi, da prendere come esempio. La sua personalità s’intravedeva anche in campo. Prendeva le botte, si rialzava e continuava a correre. Mai un gesto di stizza”.
Esempio - Ivano Peracchi ha poi proseguito: “Purtroppo di gesti così se ne vedono sempre meno ed invece ce ne dovrebbero essere di più, fanno bene a tutto il movimento e soprattutto ai tantissimi giovani che seguono le partite. Riguardo le voci di un suo possibile trasferimento, conoscendolo, credo che al momento pensi davvero solo alla salvezza del Torino, una squadra di cui ne è capitano e di cui ne incarna lo spirito. Mi auguro davvero che possa continuare a togliersi grandi soddisfazioni, ogni volta che lo vedo esultare per me è una gioia immensa”.