I peggiori acquisti in Serie A degli ultimi 25 anni ... qualcuno al Toro c’è passato
Sky ha redatto la lista dei giocatori che pur essendo rinomati, chi più chi un po’ meno, si sono rivelati dei veri e propri flop per le squadre che li hanno presi. E un paio di loro sono anche transitati dal Torino senza avere lasciare i segno. Ecco, suddivisi per anno, chi sono:
Estate 1994: MARCIO SANTOS (Fiorentina). Tutti ricordano la sua stravagante richiesta al momento di firmare il contratto con il presidente della Viola, il produttore cinematografico Vittorio Cecchi Gori: conoscere Sharon Stone, la sua attrice preferita. "Segna 7 gol e te la presento". Ne fece solo 4, ma di questi due erano addirittura autoreti. Sharon Stone continuò a vederla solo in fotografia.
Estate 1995: SEBASTIAN RAMBERT (Inter). Due giovani argentini per i nerazzurri, con i fari tutti puntati su quel promettente attaccante che dovrebbe assicurare tanti gol. Così, alla presentazione, lo sconosciuto Javier Zanetti passa quasi inosservato
Estate 1996: CHRISTOPHE DUGARRY (Milan). Nella stagione precedente il Bordeaux ha eliminato il Milan dalla Coppa Uefa, mettendo in mostra le sue stelle. I rossoneri si concentrano sull'attaccante di quella squadra, mentre la Juventus ne preleverà il regista, Zinedine Zidane. Chissà come sarebbe cambiata la storia se...
Estate 1997: ANDREAS ANDERSSON e PATRICK KLUIVERT (Milan). Scottato dal flop Dugarry, il Milan ci riprova, questa volta con ben due centravanti (entrambi capaci, da avversari, di segnare ai rossoneri). Nuovo doppio flop...
Estate 1998: IVAN DE LA PENA (Lazio). Al Barcellona era quello che lanciava in porta Ronaldo con le sue palle millimetriche. Pagato 30 miliardi di lire, 6 all'anno a lui. Per fare tanta, tanta panchina.
Estate 1999: EDWIN VAN DER SAR (Juventus). Salutato Peruzzi, la Juve riparte dal portiere olandese che con l'Ajax si è dimostrato tra i migliori al mondo. I tifosi bianconeri, però, ricordano le sue incertezze che di fatto "regalarono" lo scudetto alla Roma di Capello.
Estate 2000: VAMPETA (Inter). Consigliato da Ronaldo, approvato da Lippi che pensa di affidargli la regia. In campo, però, è troppo lento per la Serie A e viene presto dirottato al Psg (per Dalmat) dopo nemmeno 10 presenze.
Estate 2001: GAIZKA MENDIETA (Lazio). Miglior giocatore della precedente Champions, il faro del Valencia che ha incantato l'Europa. Cragnotti lo strapaga, 90 miliardi, e il flop è colossale.
Estate 2002: FRANCESCO COCO (Inter). Nella foto a maglie "invertite", prima dello scambio che dirotterà la storia soprattutto per i rossoneri, che in cambio di Coco ottengono Seedorf. La maledizione del terzino, all'Inter, prosegue...
Estate 2003: ANDY VAN DER MEYDE (Inter). Cuper cerca le ali, e l'olandese è tra i migliori nel suo ruolo. Finché gioca nell'Ajax... In Italia si perde completamente, tra alcol, donne, vizi e uno zoo nel giardino di casa.
Estate 2004: MIDO (Roma). Si presenta affermando di essere più forte dell'amico Ibrahimovic, compagno di scorribande e di risse all'Ajax. Il campo lo smentirà clamorosamente.
Estate 2005: JOHANN VOGEL (Milan). Nel Psv, da avversario, si fa notare dai rossoneri, che lo scelgono per rafforzare il centrocampo. Ancelotti, però, è il primo a rendersi conto che lo svizzero non è all'altezza...
Estate 2006: RICARDO OLIVEIRA (Milan). Arriva da capocannoniere della Liga, insomma, una certezza. Chiamato a sostituire Sheva, ne erediterà il 7 ma verrà ricordato solo come un bidone colossale.
Estate 2007: COSTINHA (Atalanta). Non solo big, tra i club protagonisti dei peggiori affari della storia. A Bergamo giocherà appena 54 minuti, contro il Parma, guadagnando quindi 42mila euro al minuto.
Estate 2008: RICARDO QUARESMA (Inter). Costosissimo desiderio estivo del nuovo allenatore José Mourinho, Moratti lo strapaga per accontentare lo Special One. Tante "trivele", e poco più.
Estate 2009: DIEGO (Juventus). Doveva essere il campione su cui ricostruire la Juventus, ma dopo la doppietta alla Roma con cui si presenta ai suoi tifosi si rivela inadeguato. Salutato senza rimpianti.
Estate 2010: JORGE MARTINEZ (Juventus). Tra i protagonisti della stagione precedente con il Cesena, viene pagato 12 milioni e la sua vicenda si trascina per 6 anni, con i bianconeri che lo cedono più volte in prestito nella speranza di rivalutarlo. Ma il "Malaka" che aveva fatto ammattire anche Mourinho non si rivedrà mai più.
Estate 2011: DIEGO FORLAN (Inter). Un campione vero, di cui a Milano si vede solo il fantasma. Appena 2 gol in 18 partite non sono numeri da lui...
Estate 2012: NICKLAS BENDTNER (Juventus). Arriva a Torino sovrapeso, con Antonio Conte che lo inquadra subito e infatti gli concede pochissimi minuti. Festeggia lo scudetto da spettatore.
Estate 2013: MARIO GOMEZ (Fiorentina). I tifosi viola pregustano il grande colpo, ma il centravanti tedesco che arriva al Franchi per 15 milioni perde la confidenza con il gol, complice un grave infortunio. E l'affarone diventa presto un flop.
Estate 2014: JUAN MANUEL ITURBE (Roma). Il più desiderato, in quella sessione di mercato, visti i numeri messi in mostra con la maglia del Verona. La spuntano i giallorossi, muovendosi prima di tutti con oltre 25 milioni di euro sul piatto: ma quell'Iturbe non si rivede più.
Estate 2015: GEOFFREY KONDOGBIA (Inter). Derby di mercato con il Milan, vinto grazie a un blitz notturno da quasi 40 milioni. Dopo due stagioni ben al di sotto delle aspettative, il divorzio.
Estate 2016: GABIGOL (Inter). Fresco vincitore dell'oro alle Olimpiadi di Rio, è il grande colpo con cui Suning si vuole presentare ai tifosi interisti. Impossibile arrivare al suo "gemello" Gabriel Jesus, e così vengono sborsati 30 milioni per lui. O meglio: buttati.
Estate 2017: PATRICK SCHICK (Roma). I tifosi giallorossi ancora lo aspettano. Perché alla Sampdoria aveva dimostrato di avere i numeri e anche la Juventus aveva puntato su di lui, salvo rinunciare dopo le visite mediche non superate. Così arriva la Roma che lo fa suo... e continua ad aspettarlo.
Estate 2018: JAVIER PASTORE (Roma). Al Psg è diventato un campione, dopo le ottime cose fatte vedere al Palermo, da giovanissimo. Tecnicamente non si discute, ma la difficoltà di inquadrarlo tatticamente lo rende un costoso "accessorio", almeno per ora.