Gian Carlo Caselli propone all’Unesco che il Torino diventi patrimonio dell’umanità
“Il Torino diventi patrimonio dell’Umanità”. La proposta è del magistrato Gian Carlo Caselli, grande tifoso del Toro, e può a primo acchito sbalordire, ma basta pensarci un attimo e ha un suo fondamento. Il magistrato attraverso le colonne della Gazzetta dello Sport si è rivolto all’Unesco convinto che “Senza forzare più di tanto gli schemi dell’Unesco, si può sostenere che anche il Torino merita di essere considerato un patrimonio dell’umanità”. A partire dal Grande Torino che con i suoi successi fu simbolo della rinascita dell’Italia dopo la sconfitta nella Seconda Guerra Mondiale passando per la tragedia di Superga che fece assurgere a mito quella squadra che da allora divenne degli Invincibili per giungere nei tempi più recenti alle difficoltà che portarono al fallimento, ma dal quale il Torino seppe risorgere.
Per questi motivi Caselli vorrebbe che i valori che il Toro incarna siano tutelati dall’Unesco, agenzia delle Nazioni unite creata per promuovere la pace e la comprensione tra le nazioni con l'istruzione, la scienza, la cultura, la comunicazione e l'informazione volta a promuovere il rispetto universale per la giustizia, per lo stato di diritto e per i diritti umani e le libertà fondamentali presenti nella Dichiarazione universale dei diritti umani. Valori derivanti da un passato che rende unico il Torino, sostiene Caselli, e che vanno a di là del tifo e che “il Toro, a partire dagli Invincibili, esprime con la sua storia”. Valori che grazie all’essere tramandati si mantengono vivi nel tempo.